Mohamed Fikri: «Così il caso di Yara Gambirasio mi ha rovinato la vita»

«Le ho provate tutte, ma non sono riuscito a rinnovare il permesso di soggiorno e così ho perso anche il lavoro. Ormai sono quasi per strada, senza casa, senza niente». Mohamed Fikri, il marocchino di 26 anni che fu l’unico indagato per la morte di Yara Gambirasio, ha raccontato ieri la sua vita nel salotto Mediaset di Mattino Cinque. L’immigrato fu iscritto nel registro degli indagati prima per omicidio della piccola di Brembate,  poi per favoreggiamento. Dopo mesi di indagini fu scagionato definitivamente ma quella “macchia” gli ha segnato per sempre la vita. Intervenendo telefonicamente nel salotto su Canale 5 ha spiegato: «Venti giorni fa ho trovato un lavoro ma l’ho già perso a causa del mancato rinnovo del permesso. Una situazione incredibile».

Caso Yara Gambirasio : richiesta di archiviazione per Mohammed Fikri

L’INTECETTAZIONE DI FIKRI – Il 5 dicembre 2010 Mohamed Fikri, che lavorava in un cantiere vicino a Brembate, fu fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri. Ad inchiodarlo un’intercettazione ambientale in cui l’uomo sembrava affermasse “Allah perdonami non l’ho uccisa”. È bastata quella frase ad addensare i sospetti su di lui.

All’epoca il corpo della ragazza non era ancora stato trovato. Eppure gli indizi “portavano” a lui, piastrellista del cantiere di Mapello, dove i cani molecolari fiutarono al tempo tracce molecolari che potevano appartenere alla ragazzina di Brembate Sopra. In una intervista su Oggi l’indagato spiegò:

“Non ho mai detto ‘Allah, perdonami, non l’ho uccisa io’. Dal Marocco a Dubai, quello che ho detto significa ‘Allah, fa che risponda’. Nel mondo un miliardo di persone parlano arabo. Perché non provano a mandare la frase su Al Jazeera? Al momento dell’arresto sono stato incappucciato dai carabinieri e trattato come un assassino”

Altra frase estrapolata dalla conversazione telefonica era “L’hanno uccisa davanti al cancello”, ma anche su questo punto l’indagato chiarì come andarono i fatti:

“È stata tolta da una conversazione tra me e la mia fidanzata Fathia. Fa parte di una telefonata in cui le spiegavo le domande degli inquirenti. Ed è stata lei a chiedermi se poteva essere stata uccisa davanti al cancello. Ma carabinieri e pm di questa conversazione non mi hanno mai chiesto niente”.

e ancora…

“Di vittima ce n’è una, si chiama Yara. Io sento di aver subito un’ingiustizia ma per fortuna posso difendermi e appena questo incubo finirà chiederò indietro tutto quello che mi è stato tolto. L’onore, il lavoro, gli amici e Fathia, la donna che dovevo sposare, e un anno fa, distrutta da questa storia, mi ha lasciato”.

Caso Yara Gambirasio : richiesta di archiviazione per Mohammed Fikri

TRADUZIONE ERRATA – Peccato che poi la traduzione di quella frase sia risultata esser sbagliata. «Mio Dio, facilitami nella partenza», ha invece pronunciato Mohamed. Non solo: perché spuntò il cancello nelle intercettazioni sul giovane marocchino? All’epoca i tg giravano gli stand up davanti al cantiere del ragazzo. Davanti a quei video la ragazza di Fikri chiese al telefono al compagno se quello fosse il luogo dell’omicidio di Yara. Chiacchiere, fatte su un giallo che al tempo interessava tutta la zona. Parole però fuorvianti. Alla domanda della compagna Mohamed rispose: «Non so, può essere», dimostrando di non esser coinvolto nella vicenda. Solo diversi mesi dopo la posizione di Fikri fu archiviata facendo risultare l’uomo del tutto estraneo alla faccenda. Ma, nonostante una prima archiviazione, il giovane rimase ancora nel registro degli indagati con l’accusa di favoreggiamento personale.

«HO PERSO LA MIA RAGAZZA» – Il marocchino uscirà per sempre di scena dal caso Yara solo nell’agosto 2013 con la cancellazione dell’ultima imputazione a suo carico. Il suo legale, l’avvocato Roberta Barbieri, spiegò come l’arresto del suo assistito e il suo lungo coinvolgimento gli  abbiano oggi portato numerose difficoltà.
Ora Fikri è al lavoro con i suoi legali per preparare la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione, relativamente ai tre giorni trascorsi in carcere subito dopo essere stato fermato. Da quella storia Fikri ha perso la sua ragazza (stremata per la pressione di quei mesi), il suo lavoro e di conseguenza la possibilità di rimanere in Italia. Eppure quel lontano 5 dicembre bastò poco per scatenare i peggio umori. “Marocchini fuori da Bergamo”, titolava un cartello a pochi metri dalla villa dei Gambirasio. Scritte che pesarono a un passo da due genitori che, sulla vicenda della loro piccola, hanno sempre mantenuto un dignitoso atteggiamento.

(Copertina Credits Sky/ Foto LaPresse)

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