Il ministro Minniti si giustifica: «Sull’ondata dei migranti ho temuto per la tenuta della democrazia in Italia»

Nel viaggio di ritorno dall’Irlanda, quando fu costretto a rientrare in Italia a causa dell’emergenza sbarchi di fine giugno, il ministro dell’Interno Marco Minniti iniziò a temere per la tenuta della democrazia nel nostro Paese. Lo racconta sul palco della Festa de L’Unità di Pesaro: «A un certo punto ho temuto che, davanti all’ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci, ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri paesi europei».

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MINNITI TENUTA DEMOCRAZIA, LA DIFFICILE ESTATE DEL MINISTRO DELL’INTERNO

Da questo momento in poi, la svolta. Marco Minniti è stato ampiamente criticato per la gestione dell’emergenza migranti e per il suo codice di condotta da far applicare alle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo per salvare vite umane. A un certo punto, aveva addirittura pensato alle dimissioni, rispedite al mittente dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Ora, a maggior ragione dopo il vertice di Parigi delle scorse ore, traccia un bilancio della gestione dell’emergenza sbarchi in Italia.

«L’Europa ci sta ringraziando per questo – ha detto Minniti -, ma abbiamo bisogno di 6 miliardi per gestire l’accoglienza. Se un uomo fugge da guerre e carestie io ho il dovere di accoglierlo come Dio comanda». Poi, Minniti parla di un altro tema controverso, quello dell’accordo con i sindaci libici per controllare le operazioni degli scafisti dall’altro lato del Mediterraneo. Il ministro dice di essere sorpreso positivamente dal piano dei primi cittadini libici e di voler fornire loro aiuti economici in cambio di una stretta sulle partenze clandestine. L’argomento è piuttosto controverso: per le istituzioni libiche, infatti, sono emersi rapporti con i trafficanti di esseri umani e quelli che, anche una parte della stampa italiana, ha definito «centri di accoglienza» sulle coste libiche, altro non sono che centri di detenzione.

MINNITI TENUTA DEMOCRAZIA E RISCHIO ATTENTATI IN ITALIA

In ogni caso, il ministro Minniti sostiene che quella della collaborazione con le autorità di Tripoli sia la rotta da seguire. Infine, la chiusura è sul rischio attentati in Italia: «Partiamo dal presupposto che io sono scaramantico, e quindi ‘mai dire mai’ – dice il ministro dell’Interno -, però ricordiamoci che, a differenza di tutti gli altri Paesi, l’Italia viene da due vittorie: abbiamo sconfitto il terrorismo interno e il terrorismo mafioso, quando la mafia decise di mettere le bombe. I responsabili di quelle decisioni sono tutti al 41 bis. E poi – ha concluso – abbiamo la migliore polizia, e non lo dico io, sarebbe facile, lo dicono i nostri partner internazionali».

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