Minacce mafiose: bambino di 9 anni finisce sotto scorta

Chissà come si sentirà il papà. Magistrato di una direzione distrettuale antimafia in Sicilia minacciato dalle cosche per aver svelato il piano di un finto pentito, è costretto da qualche settimana a vedere suo figlio di soli 9 anni sotto scorta. Accompagnato a scuola, in palestra, al parco, a una qualsiasi festa di compleanno da agenti armati. Misura resasi necessaria dalla sentenza di morte emessa dal boss rispedito in carcere dopo che il suo piano per accreditarsi come collaboratore di giustizia era stato neutralizzato, registrata dalle forze dell’ordine. Una minaccia feroce diretta al pm e alla sua famiglia: «Si deve fare, chiunque c’è con lui e se c’è il figlio maschio meglio. Mancu la semenza ave a ristari», non deve rimanere nemmeno il seme. Da lì è scattata la misura di sicurezza che ha coinvolto oltre al bambino anche la mamma e la sorellina di dodici anni. La storia è raccontata oggi da Alessandra Ziniti su Repubblica.

FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images
FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

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BLINDATI – Senza i cosiddetti “angeli custodi” Lucio (nome di fantasia) e la sua famiglia non possono muoversi. Spiega Repubblica:

Un «rischio altissimo», è stata la valutazione del comitato per l’ordine e la sicurezza che (fatto con pochissimi precedenti anche in una terra di trincea come la Sicilia) ha disposto la tutela per i due bambini e per la moglie del magistrato anche quando si muovono autonomamente. Vita blindata e zona rimozione antibomba davanti all’abitazione e nei pressi degli edifici frequentati dalla famiglia del pm. Un severo dispositivo di sicurezza che ha destato grande impressione nella città dove il magistrato presta servizio ormai da cinque anni. […] A rivelare il progetto di attentato è stato uno degli ultimi collaboratori di giustizia (questa volta ritenuto attendibile), che con il boss falso pentito ha condiviso un periodo in cella.

Photocredit copertina CARLO HERMANN/AFP/Getty Images

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