Migranti, i pericoli della nuova via dei Balcani

Migranti

, dopo la costruzione del muro ungherese la via dell’Est verso l’Area Schengen e l’Europa si è fatta più pericolosa. Dalla Serbia il modo più facile per entrare nell’UE è diventato il passaggio attraverso la Croazia, dove però ci sono molti pericoli che attendono i richiedenti asilo.

MIGRANTI CROAZIA

L’Ungheria ha bloccato il confine con la Serbia, dove sono transitate negli scorsi mesi decine di migliaia di migranti. Per chi proviene dalla Turchia la via più veloce per arrivare all’agognato Nord Europa passava attraverso il viaggio nei Balcani, con l’attraversamento del confine serbo-ungherese per raggiungere poi Austria e finalmente la Germania. L’esodo dei siriani nei Balcani, acceleratosi in questi ultimi mesi, ha portato il governo Orban a costruire una barriera di nastro spinato per bloccarli. Vista l’impossibilità di attraversare la frontiera ungherese, il nuovo percorso dei Balcani verso il Nord Europa passa attraverso la Croazia. Il governo socialista di Zagabria ha confermato negli scorsi giorni l’arrivo delle prime centinaia di migranti, che hanno attraversato il confine con la Serbia prendendo bus da Preševo diretti a Sid-Tovarnik. A differenza di quanto fatto dall’Ungheria la Croazia per ora ha manifestato l’intenzione di far transitare i migranti, in prevalenza siriani e afgani, che vogliono raggiungere il confine sloveno per potersi così recare rapidamente in Austria. Si tratta di un percorso lungo circa 400 chilometri, ricco però di insidie, con pericoli mortali che hanno mobilitato gli attivisti per i diritti umani.

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MIGRANTI CROAZIA PERICOLI

La maggior parte del confine tra Serbia e Croazia lungo 252 chilometri è segnato dal fiume Danubio. Il corso d’acqua è attraversabile in diversi punti, ma il territorio croato vicino al fiume più grande d’Europa è particolarmente pericoloso. La zona è ricca di boschi e di paludi, dove nel terreno di nascondono migliaia di mine anti uomo e anti carro, depositate ai tempi della guerra civile jugoslava. Per avvertire del pericolo delle mine ci sono numerosi insegne in croato, che però difficilmente possono essere comprese da persone provenienti dalla Siria o dall’Afghanistan. Per questo motivo il governo ha allertato squadre di specialisti per sminare il terreno nei percorsi più vicini alle infrastrutture. Numerose organizzazioni umanitarie stanno invece distribuendo volantini o diffondendo messaggi sui sociali network ai fini di informare i migranti sul pericolo mine, diffuso su un territorio di circa 500 chilometri quadrati. Ulteriore problema è rappresentato dalle bande mafiose balcaniche, in prevalenza serba, che controllano il traffico dei migranti, così come la presenza di gruppi organizzati di estrema destra che potrebbero mettere in atto azioni contro gli stranieri.

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