Migranti, l’Europa dell’accoglienza è finita?

Migranti, l’Europa dell’accoglienza è finita? Tutto sembra farlo pensare, visto che il Consiglio dei Ministri europeo straordinario di ieri sera ha dimostrato che non c’è nessun accordo riguardo il sistema di smistamento dei migranti: c’è “un accordo politico” fra gli stati, una linea di massima per un sistema di distribuzione, ma nessun ok sul sistema di quote obbligatorie. I fatti dicono che i paesi europei sono tornati a trincerarsi: la Francia, l’Austria, i Paesi Bassi, la Slovenia hanno ripristinato i controlli alle frontiere, una prerogativa che il sistema di Schenghen gli garantisce ma che detta il passo, e mostra il quadro, della situazione nel Vecchio Continente. Sono 147 gli arresti per violazione delle frontiere avvenuti ora in Ungheria.

MIGRANTI, L’EUROPA DELL’ACCOGLIENZA E’ FINITA? –

Sono i paesi dell’Est, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Lettonia a mostrare la più oltranzista delle opposizioni e a impedire l’unanimità dell’accordo; confermati i 40mila migranti da redistribuire come negli accordi di luglio, il piano del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker per promuovere la redistribuzione di altri 160mila migranti è invece accantonato: la presidenza di turno dell’Unione Europea, Lussemburgo, è pronta a imporre il voto a maggioranza. Il Corriere della Sera spiega cosa accade a Budapest.

In Ungheria, dalla mezzanotte sono in vigore le leggi che prevedono fino a tre anni di carcere per i clandestini, poteri di polizia rafforzati, soldati alla frontiera. L’ultimo pezzo di muro svelato dalle autorità è un container rivestito di filo spinato, una «porta» per far passare solo i treni dai binari che risalgono dalla Serbia. Fino a ieri era l’unica via per aggirare la nuova Cortina.

Maria Teresa Meli racconta di come il governo italiano, piuttosto insoddisfatto per l’esito del vertice europeo, sia pronto a potenziare gli effettivi al valico del Brennero e a Ventimiglia.

Se davvero la Francia ripristinerà i controlli alla frontiera, si dovrà rafforzare ulteriormente il presidio di Ventimiglia. Oltre cinquanta poliziotti erano già stati schierati durante l’estate quando decine di stranieri si erano accampati sugli scogli in attesa di poter varcare il confine. La maggior parte degli agenti è rimasta a presidiare l’area e adesso – di fronte all’eventuale sospensione del trattato di Schengen – bisognerà potenziare ulteriormente il presidio non escludendo di doverlo fare anche al Brennero, visto che pure in Austria la situazione sta diventando critica. Le difficoltà per il nostro Paese appaiono evidenti. Senza un accordo concreto sulla distribuzione dei profughi, l’Italia si trova stretta tra gli arrivi via mare e l’impossibilità di alleggerire il numero delle presenze lasciando andare via chi ha come destinazione finale il Nord Europa o addirittura gli Usa.

Il vertice di ieri riesce solo ad attuare gli accordi di luglio, con il trasferimento dall’Italia di 24mila profughi che dovranno essere sistemati in un “hotspot”, un centro di smistamento gestito in collaborazione con le autorità europee; da lì saranno identificati e fotosegnalati, e avviati verso le loro destinazioni. Il dipartimento immigrazione del ministero dell’Interno dovrà al più presto comunicare alle autorità europee quale struttura si occuperà di questo compito. La rinegoziazione del vertice di Dublino “non è stata nemmeno proposta”: i tempi sono lunghi mentre l’emergenza galoppa, e l’Italia rischia di trovarsi presa in mezzo fra migranti che non può riallocare e sbarchi e arrivi continui sul proprio suolo.

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Il tentennamento che fa più rumore è quello della Germania, che dopo aver aperto le porte dell’accoglienza a tutti i profughi non più tardi di di due settimane fa, si trova ora a gestire una situazione che evidentemente non sapeva prevedere. Il leader della Csu Bavarese, partito gemello della Cdu di Angela Merkel, ha invitato a Monaco Viktor Orban, premier ungherese che proprio ieri ha completato il muro di filo spinato al confine con la Serbia. La stampa tedesca parla di una “capitolazione” della cancelliera, di “ammissione di un errore politico” visto che la Germania ha ripristinato i controlli alle frontiere con l’Austria: “E’ una misura provvisoria, ci stiamo riorganizzando”, dicono da Berlino. Chissà; la Cdu invita la Merkel a tenere “un discorso alla nazione” per spiegare cosa stia succedendo nel paese.

Copertina: AnsaFoto

 

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