Migranti: le sentenze che possono aiutare l’Italia e superare le regole di Dublino

12/07/2017 di Redazione

Potrebbero bastare due sentenze della Corte europea di Giustizia per scardinare l’accordo di Dublino, in base a cui i migranti arrivati in Europa possono chiedere asilo esclusivamente nel paese di primo approdo, che molto spesso è il nostro. «È la carta jolly che il governo Gentiloni si giocherà per venire fuori dall’emergenza immigrazione», scrive su Repubblica Carmelo Lopapa.

L’Italia in realtà non è coinvolta direttamente: il giudizio che la Corte di Lussemburgo dovrà esprimere il prossimo 26 luglio riguarda infatti due controversie tra Stati, Croazia e Slovenia da un lato, Croazia e Austria dall’altro. Nel primo caso il protagonista è un cittadino sirano, A.S., entrato in Croazia attravero la rotta balcanica, teatro dell’emergenza migranti nel 2015. Zagabria ha poi organizzato il suo trasferimento verso la Slovenia, dove A.S. nel 2016 ha presentato domanda di asilo. Una protezione che gli è stata negata, perché – secondo le autorità di Lubiana – A.S. era entrato «illegalmente» in Croazia e pertanto spettava a Zagabria valutare la sua domanda di asilo.

MIGRANTI: CORTE EUROPEA DI GIUSTIZIA PUÒ SCARDINARE L’ACCORDO DI DUBLINO

Vicenda analoga quella che vede contrapposte Croazia e Austria: qui l’istanza riguarda due donne afgane e i loro figli. «L’obiettivo – scrive Lopapa – è scardinare il concetto di ‘ingresso illegale’ che finora ha consentito ai riottosi partner europei di chiudere i loro porti e le loro frontiere, lasciando Roma da sola a gestire la massa di richiedenti aiuto e asilo». In base all’articolo 12 del trattato di Dublino, infatti, se i migranti varcano «illegalmente» o «irregolarmente» i confrini di uno Stato UE, allora sarà solo questo Paese a doverli gestire. Quello che chiede la Croazia è che venga rivista l’interpretazione di quali sbarchi siano illegali. Da qui la sponda cercata dal governo Gentiloni, che alla Corte europea di giustizia ha presentato delle osservazioni: gli ingressi non si possono considerare illegali, se sono avvenuti attraverso operazioni umanitarie, come succede nel canale di Sicilia.

Secondo Repubblica, ci sono buone possibilità che la Corte di Lussemburgo accolga i ricorsi presentati dalla Croazia: questo fanno pensare le conclusioni presentate dall’Avvocata generale, la britannica Eleanor Sharpston, che tra l’altro sottolinea di «condividere la posizione italiana circa l’interpretazione dell’articolo 13 del Regolamento di Dublino alla luce della Convenzione di Ginevra». «Se la sentenza andasse nella direzione sperata dal governo italiano (e da quello croato) – conclude Lopapa – quel cardine dell’accordo di Dublino sarebbe destinato ad essere rinegoziato. Un terromoto, scatenato da due casi minimi tra milioni».

Foto copertina: ANSA/ ELIO DESIDERIO

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