Migranti, l’UE sceglie la chiusura

Migranti

, l’Europa si chiude di nuovo. Dopo l’estate dell’accoglienza gli Stati europei sembrano orientarsi verso l’adozione di misure che fermino la pressione migratoria in arrivo da Medio Oriente e Africa. Il Consiglio europeo adotterà oggi decisioni ispirate al mantenimento della Fortezza Europa, anche se già scarseggiano i soldi per finanziare diversi interventi adottati negli scorsi mesi.

MIGRANTI EUROPA

– ll Consiglio europeo si riunisce oggi giovedì 15 ottobre per discutere di nuove misure relative alla crisi dei migranti. Le priorità degli Stati membri dell’UE sono un miglior controllo delle frontiere, capace di mitigare la pressione migratoria ai confini europei, e una serie di interventi finanziari in favore dei Paesi da cui partono la maggior parte delle persone. Le principali novità nella bozza di risoluzione finale che verrà discussa dal Consiglio europeo anticipata da Spiegel Online sono l’immediato intervento dell’agenzia di monitoraggio delle frontiere Frontex, investimenti tecnologici per migliorare il controllo dei confini, l’accelerazione degli hotspot per identificare i richiedenti asilo in Italia e Grecia, nuovi meccanismi per velocizzare i rimpatri di non può ottenere lo status di rifugiato, con l’introduzione di un pass apposito per gli Stati terzi, e l’adozione di nuovi incentivi per convincere i Paesi di provenienza dei migranti ad accoglierli di nuovo. Un ruolo chiave nella nuova strategia UE di contrasto alla crisi dei migranti è ricoperto dalla Turchia. L’UE chiede da tempo al governo di Ankara di controllare con maggior efficacia i suoi confini, da cui proviene la gran parte delle persone che scappano dalle guerre in Siria e Afghanistan.

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MIGRANTI INTERVENTI

– Finora la Turchia ha ospitato 2,5 milioni di profughi siriani, e gli Stati europei dovrebbero alleggerire questo imponente sforzo umanitario con interventi finanziari e facilitazioni per l’accesso dei cittadini turchi all’area Schengen. La lettera di invito del presidente Donald Tusk al Consiglio europeo rimarcava come i due punti principali di discussione fossero il miglioramento del controllo alle frontiere e l’aumento del contrasto alla cause della migrazione. Se sul primo punto sembra esserci unità, anche se risultati lacunosi con numerose posizioni in Frontex non coperte, gli sforzi finanziari finora messi in campo dai governi nazionali per aiutare i Paesi di provenienza dai migranti appaiono finora largamene insufficienti rispetto agli obiettivi fissati dall’UE. Il fondo umanitario da 500 milioni di euro avrebbe dovuto essere finanziato pariteticamente da Commissione e Stati membri, ma finora sono arrivati solo i 225 milioni dell’esecutivo UE. Ancora peggio vanno le cose per il fondo fiduciario speciale creato per la Sira, dotato di un miliardo di euro. La Commissione ha già stanziato 500 milioni di euro, mentre i governi nazionali hanno un arretrato di 492 milioni di euro. Nel fondo speciale per l’Africa sono invece stati stanziati solo 9 milioni dei quasi 2 miliari previsti. Il presidente della Commissione Juncker si è lamentato in modo piuttosto esplicito di questi ritardi.

Photo credit: ODD ANDERSEN/AFP/Getty Images

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