Referendum trivelle, Emiliano (ancora) contro Renzi: «Con lui il peggio dell’Italia»

11/04/2016 di Redazione

Dallo scontro in Direzione dem alla nuova bordata lanciata dal governatore pugliese sulle pagine della Stampa. All’orizzonte del referendum sulle trivelle, è ancora scontro tra Michele Emiliano e il premier Matteo Renzi. Altro che tregua, nonostante il segretario Pd avesse già bollato le sue accuse come «un po’ volgari e fuori luogo». «’Venditore di pentole’ o ‘servo delle lobby’? Non sono da te», aveva replicato il segretario di fronte al parlamentino dem. Ma da Michele Emiliano i toni dell’affondo restano pesanti, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo sul quotidiano piemontese:

 

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MICHELE EMILIANO ATTACCA RENZI

Se la segreteria Pd ha confermato, a differenza della minoranza dem, la campagna astensionista sul referendum sulle trivelle, Michele Emiliano si è scagliato contro i vertici: « (L’astensionismo, ndr) mi provoca un grande dolore. Lo stesso governo che nella riforma costituzionale ha abbassato il quorum sul referendum fa campagna per far mancare il quorum». Secondo il governatore, nella base del Pd c’è «immensa tristezza per aver sposato la parte peggiore del Paese contro la nostra storia. Renzi aveva giurato di rottamare le lobby, invece vive e lotta insieme a loro: noi non siamo il partito dei petrolieri». Già nelle scorse settimane Emiliano aveva accusato Renzi di propagandare “bugie” per far fallire la consultazione. Ora rilancia: «Tutti hanno capito che questi pozzi non hanno impatto né sull’approvvigionamento energetico né sull’occupazione»

MICHELE EMILIANO: «NOI NON SIAMO IL PARTITO DEI PETROLIERI»

Il referendum si poteva evitare per Emiliano: «Io e Pittella ci presentammo al ministero chiedendo udienza. Né il premier né il ministro ci hanno mai ricevuti. Sbattuti fuori come migranti alle frontiere». Ma non solo: il governatore pugliese resta convinto sia stato tutto organizzato: «Era una trappola: mantenere in vita l’ultimo quesito per farci schiantare contro il muro del quorum e umiliarci».

MICHELE EMILIANO ACCUSA SULL’INCHIESTA PETROLIO

Parlando dell’inchiesta potentina sul petrolio, poi, Emiliano ha aggiunto: «Ci siamo accorti che il processo legislativo dello sblocca-Italia è stato inquinato. Anche se il premier è innocente perché le lobby agivano sul ministero, casualmente lui la pensava allo stesso modo». E ancora:

Con «la logica dello sblocca-Italia», afferma, «le lobby parlano con i ministri, i presidenti di Regioni con milioni di abitanti vengono sbattuti fuori dalla porta e la crisi dei partiti si risolve invitando la gente a non votare. La mia è quella dello sblocca-democrazia che sarà materia anche del prossimo congresso del Pd. Io sosterrò chi avrà la linea dello sblocca-democrazia»

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