Aereo Metrojet caduto in Sinai: perché non è stata una bomba

Il mondo guarda con tensione a cosa è accaduto all’aereo caduto in Sinai. La tragedia del volo Metrojet 7K9268, costata la vita a 224 persone, ha spaventato l’opinione pubblica mondiale a causa del sospetto che questo possa essere stato abbattuto da una bomba. Niente di tutto questo. L’Airbus 321 della Kogalymavia con insegne Metrojet non è caduto a causa dell’Isis. Ma, molto probabilmente, è tutta colpa di un inconveniente tecnico.

Metrojet
(KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images)

AEREO METROJET CADUTO, LA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS CON MISSILE CHE ANNULLA L’IDEA DI UNA BOMBA A BORDO

A cosa si deve tale certezza? Alla logica. Stati Uniti e Regno Unito parlano di una bomba piazzata a bordo dell’aereo da parte dell’Isis. Ma perché una bomba? E perché l’Isis? Del resto nel Sinai non opera l’organizzazione che farebbe capo al Califfo Al-Baghdadi ma un’emanazione locale, Ansar Bayt al-Maqdis, che ha dichiarato la propria fedeltà all’organizzazione basata in Siria e Iraq. Inoltre nelle ore immediatamente successive all’incidente avvenuto all’alba del 31 ottobre l’Isis aveva diffuso un video posticcio in cui si parlava dell’abbattimento con un missile. Come fa quindi ad aver messo una bomba un’organizzazione che ha dichiarato di aver abbattuto l’aereo con un missile?

AEREO METROJET CADUTO, USA E REGNO UNITO NON SONO COINVOLTI NELLE INDAGINI

Nelle ultime ore il governo inglese, per bocca di James Cameron, ha stabilito che i vettori britannici non devono recarsi a Sharm el Sheik per “motivi di sicurezza”. Una decisione strana per due motivi. Il 5 novembre è atteso a Downing Street il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e il 31 ottobre, sempre pochi minuti dopo l’attentato, British Airways aveva dichiarato che avrebbe continuato serenamente a operare su Sharm-El-Sheik, così come ha fatto Easyjet. Entrambe invece col passare dei giorni avrebbero cambiato idea. Certo, probabilmente la scelta è dovuta a motivi di intelligence ma il Regno Unito, così come gli Stati Uniti, non sono direttamente coinvolti nelle indagini.

AEREO METROJET CADUTO, USA: “NON ESISTONO PROVE DI UN COINVOLGIMENTO DIRETTO DEI TERRORISTI”

Il Direttore della National Intelligence statunitense James Clapper ha escluso che il volo Metrojet 7K9268 sia stato colpito da un missile aggiungendo che “non esistono prove di un coinvolgimento diretto di gruppi terroristici”, con gli Usa che si limitano a segnalare come un suo satellite abbia colto un “bagliore” al momento dell’esplosione dell’aereo. Allo stesso tempo il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha cercato di spegnere sul nascere le voci sulla possibilità di una bomba a bordo: “sono solo delle speculazioni” mentre Mamdouh Eldamaty, ministro del governo del Cairo, ha detto chiaramente: “è stato un incidente”.

AEREO METROJET CADUTO: IL SILENZIO DI VLADIMIR PUTIN

In queste ore si sta assistendo a una partita a scacchi tra paesi stranieri in Sinai. Sorprende il silenzio assordante di Vladimir Putin che ha scelto di rimanere fuori dalla disputa almeno fino alla lettura e trascrizione delle scatole nere. La “foga” di un coinvolgimento dell’Isis ha spinto Usa e Regno Unito a spingere sull’acceleratore della “bomba” mentre l’Egitto, spaventato dalla possibilità che l’aeroporto di Sharm El Sheik non sia sicuro, si affretta a raffreddare gli animi. Un po’ come sta facendo la Kogalymavia che teme di essere chiusa per negligenza, stessa ipotesi d’accusa formulata dalla giustizia russa.

AEREO METROJET CADUTO: INDAGINI CONDOTTE DA RUSSIA, EGITTO, FRANCIA, IRLANDA, GERMANIA

Secondo quanto prevedono le leggi dell’aria all’indagine partecipano le autorità dell’aviazione di cinque paesi. Cinque. Russia, Egitto, Irlanda, Francia, Germania. La Russia per via della compagnia che possiede l’aereo e per le vittime, l’Egitto perché Paese in cui è caduto il velivolo, Irlanda in quanto l’Airbus A321 era registrato in quel Paese, la Francia per via della sede di Airbus a Tolosa, la Germania perché è stato il paese di prima “immatricolazione” del mezzo. E casualmente nessuna autorità di questi cinque Paesi ha espresso teorie di qualsiasi genere su quanto accaduto. Sarebbe necessario per questo agire coi piedi di piombo, sia per il rispetto delle 224 vittime sia per la sicurezza aerea mondiale. Parlare di bomba è avventato perché aiuta a instillare il seme del terrore nei passeggeri. Sembra quasi una mossa studiata quando in realtà bisognerebbe agire con la massima cautela analizzando i dati in possesso delle autorità che stanno procedendo con le indagini.

AEREO METROJET CADUTO: DUE TIPI DI LESIONI SULLE VITTIME

Anche perché parliamo di una aereo prodotto in quasi 1.200 esemplari, quasi tutti ancora in volo. Serve quindi un enorme lavoro d’attenzione e di competenza. Per questo bisogna ragionare sulla questione forse più probabile. L’Aereo Metrojet A321 è caduto in Sinai per un’avaria tecnica. La certezza ovviamente arriverà dall’analisi delle scatole nere ma si può dire con una sicurezza pressoché totale. Partiamo dalle indiscrezioni: secondo alcune voci vicine all’indagine si è sentito un rumore “non comune” negli ultimi secondi di registrazione, segno di un cedimento strutturale. Inoltre secondo le analisi condotte sui corpi delle vittime, esistono due tipi di lesioni. Quelli seduti davanti riportano fratture al cranio, agli arti, al bacino. Quelli invece seduti dietro sono coperti di ustioni e sono deceduti per gli effetti di una esplosione.

AEREO METROJET CADUTO: L’INCIDENTE DEL 2001 E L’ASSENZA DEL D-CHECK

Ma, e questa è la notizia, Ria Novosti ha riportato l’assenza di tracce di esplosivo sul velivolo. Cosa è successo allora? Tocca guardare alla vita dell’Airbus EI-ETJ, il velivolo caduto. Questi, dall’età di 18,5 anni, nel 2001 quando era proprietà della MEA, compagnia di stato del Libano, ebbe un violento incidente al Cairo. L’aereo atterrò toccando la coda sulla pista, il cosiddetto Tailstrike. L’impatto fu deciso tanto che l’aereo dovette rimanere fermo per mesi così da permettere ai tecnici di condurre le opportune riparazioni. L’aereo nel 2014 venne sottoposto al cosiddetto C-Check, un’operazione prevista ogni 4.000 ore di volo in cui si passano 2 settimane a ispezionare l’aereo.

AEREO METROJET CADUTO: “L’AEREO AVEVA AVUTO PROBLEMI IN PASSATO”

Ma come riporta Unian, la compagnia non ha comunicato quando ha compiuto o quando avrebbe voluto compiere il D-Check, il controllo più pesante previsto ogni 6 anni. L’aereo viene smontato pezzo per pezzo e viene analizzato per verificare il suo stato. L’operazione richiede circa due mesi. E se il prossimo C-Check era previsto per il 2016, non si sa niente del D-Check. Sempre Unian ha ripreso la voce di un dipendente della compagnia che, parlando dell’aereo caduto in Egitto, ha detto chiaramente: “A giudicare dai dati diffusi negli ultimi momenti di volo dell’aereo, il pilota ha lottato col mezzo. Lo si vede dai movimenti caotici. Probabilmente i controlli esterni erano danneggiati o in pessime condizioni. In realtà quell’aereo non era messo bene, aveva avuto problemi in passato”.

AEREO METROJET CADUTO, I DATI RILEVATI DA FLIGHTRADAR 24

Dai dati provenienti da Flightradar24 si nota come il velivolo stesse salendo senza problemi prima di venire giù. Negli ultimi secondi però ha avuto come un’impennata. Qualcosa doveva essere accaduto:

 

mentre dati più complessi mostrano come l’aereo abbia avuto una serie di cambiamenti repentini in velocità, angolazione e altitudine.

Qualche osservatore aveva citato Lockerbie, il volo della Pan-Am caduto in Scozia a causa di una bomba con conseguente movimento sinusoide, simile all’incidente del volo TWA800, caduto nella baia di New York a causa dell’esplosione di un serbatoio.

AEREO METROJET CADUTO: LO STATO DEL RELITTO

Ma dai detriti trovati in terra del volo Metrojet non è emerso alcun segno di bruciatura. O meglio. Quel che restava del timone di coda è stato trovato a circa 5 chilometri dal resto della carlinga, piovuta al contrario come se fosse venuta giù dal cielo come un sasso. Le ali? Integre. La cabina di pilotaggio? Anche. Il carrello? Estratto. I motori? Dispersi e devastati. L’aereo è però riconoscibile. Non ci sono scie e non ha strisciato per terra. E’ piovuto dal cielo. Ah, dimenticavamo i bagagli, privi di bruciature. Allora o la bomba è stata posta in coda all’aereo, magari su un carrellino del pranzo, o è successo altro.

AEREO METROJET CADUTO: LA RISPOSTA STA NELLA CODA, TRA BULKHEAD, STABILIZZATORE ORIZZONTALE E APU

Propenderemmo per la seconda ipotesi. Nello specifico punteremmo il dito verso il bulkhead, un diaframma che separa la cabina dalla coda dell’aereo dove sono sistemati i tiranti dello stabilizzatore orizzontale e del timone. In coda è presente anche l’APU, letteralmente Auxiliary power unit, unità di potenza ausiliaria. Un motore che fornisce energia all’aereo quando i reattori sono spenti. Il bulkead venne danneggiato dall’atterraggio sulla coda nel 2001 ed è già stato responsabile di due gravissimi incidenti aerei. Il primo avvenne in Cina, a bordo del China Airlines 611, in volo da Taipei a Hong Kong il 25 maggio 2002. L’aereo, un Boeing 747, esplose in volo a quota 10.600 metri uccidendo le 225 persone a bordo.

 

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AEREO METROJET CADUTO: I DUE PRECEDENTI IN CINA E GIAPPONE

Lo stesso aereo il 7 febbraio 1980, 22 anni prima, atterrò sulla coda. Venne riparato a Taiwan senza che venisse rispettato il protocollo previsto da Boeing. La zona danneggiata non venne rimossa e venne usata una piastra dalle dimensioni non conformi. La fusoliera indebolita a poco a poco cominciò a comprimersi e si staccò durante il volo del 25 maggio 2002, 22 anni dopo la riparazione. Il secondo incidente avvenne in Giappone ed è il peggiore nella storia dell’aviazione per numero di vittime a bordo di un singolo aereo. Il Jal 123 il 12 agosto 1985, volo operato con un Boeing 747 SR, subì una rottura improvvisa del diaframma dopo 12 minuti dal decollo. Il timone si staccò e venne giù parte del tetto dell’aereo. Il pilota provò a governarlo coi motori ma fu tutto inutile. L’aereo picchiò contro una montagna uccidendo 520 persone.

AEREO METROJET CADUTO: LO STATO DEL RELITTO IN CODA

E torniamo all’aereo caduto in Sinai. Metrojet non ha comunicato eventuali lavori compiuti e nel vedere le foto dei danni emerge chiaramente che tutto è accaduto dietro il diaframma:

 

Una decompressione esplosiva ha portato al distacco del timone di coda e del cono contenente l’APU, ritrovati entrambi a grande distanza dal resto del velivolo. Il botto improvviso ha strappato l’aereo direttamente dai rivetti nella parte superiore

inoltre il cono contenente l’APU presenta dei buchi strani e una distruzione di fondo, attribuibile a una decompressione improvvisa

con conseguente perdita d’olio, trovato sul cono dell’APU che ripetiamo è stato rinvenuto a una distanza importante

 

AEREO METROJET CADUTO: IL TIMONE CREPATO E LA PERDITA D’OLIO

Inoltre l’aereo in questione venne fotografato il 10 ottobre e dallo scatto si nota che:

1) Il timone di coda è crepato

2) C’è un’anomala fuoriuscita d’olio dal cono dell’APU. E non può essere semplicemente sporco perché parte dall’attacco del suddetto cono

Per questo motivo la teoria della bomba non sta in piedi. Più probabilmente la cosa si è staccata facendo cadere i passeggeri nei posti più arretrati. I piloti hanno combattuto con il mezzo ma hanno perso e si sono schiantati. Aspettiamo l’analisi dei dati delle scatole nere che purtroppo non potranno andare al di là del momento della rottura in quanto site proprio in coda all’aereo. Visti i dati a disposizione però parlare di una bomba appare quantomeno prematuro e da l’idea di cercare l’incidente a tutti i costi per creare altro caos in una regione in questo momento in grande difficoltà.

(Photocredit copertina: SELIMAN AL-OTEIFI/AFP/Getty Images)

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