Melania Trump era un’immigrata clandestina. Come quelli che disprezza il marito

MELANIA TRUMP –

Melania Trump, quella che potrebbe essere la futura First Lady, avrebbe lavorato senza permesso di lavoro negli Stati Uniti esattamente vent’anni fa, quando dalla Slovenia arrivò nel paese dei sogni e delle speranze. Immaginiamo a dorso di mulo e poi a nuoto sfidando l’Atlantico, viaggio che le ha permesso di costruire il suo fisico statuario e poter quindi accettare ben 10 lavori come modella, retribuiti un totale di 20,056 dollari. Sembrerebbe essere tutto documentato, come riporta l’Associated Press, che è stata in caccia di questi documenti per quasi tre mesi. E su cui ha finalmente messo le mani, come un bravo team di giornalismo investigativo e d’inchiesta riesce a fare quando necessario.

Le prove di queste gravi trasgressioni a una delle leggi basiche del vivere negli Stati Uniti erano nelle carte della ormai chiusa agenzia di modelle Metropolitan International Management. Lady Trump avrebbe lavorato illegalmente tra il 10 settembre e il 15 ottobre 1996, dopo essere arrivata negli USA con un normale visto turistico, con il quale si può cercare lavoro, ma non si può essere retribuiti per lavori svolti in suolo americano. Una volta trovato un contratto di lavoro, si richiede il visto, ottenuto il quale si può iniziare a lavorare e guadagnare. Procedura che sembra essere stata trascurata dalla povera Melania Trump, sicuramente per necessità, perché i morsi della fame la attanagliavano, viveva forse per strada, alla mercé di uomini e animali che avrebbero potuto fare di lei qualunque cosa. Quindi bisognerà senz’altro usare due pesi e due misure, dato che di solito in questi casi la procedura è la revoca della cittadinanza e l’espulsione dal paese. Potrebbe essere interessante per gli americani avere un presidente che ogni sera va a dormire in Canada, o magari in Messico, per poter passare del tempo con la sua avvenente consorte.

Se quanto scoperto dall’AP dovesse essere confermato, la signora Trump dovrebbe comunque subire un’indagine e pagarne le conseguenze, soprattutto alla luce del suo endorsement, più che legittimo, nei confronti del marito, il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti per il partito repubblicano Donald Trump, che ultimamente ha invocato un maggiore utilizzo della verifica telematica da parte dei datori di lavori nei confronti dei potenziali assunti, per essere certi che possano effettivamente lavorare legalmente nel paese. Melania Trump ha voluto sottolineare questo punto giovedì scorso, facendo il primo discorso di supporto al marito dopo molto tempo.

“Dopo avere lavorato come modella in Europa e diventata una giovane imprenditrice, volevo vivere in un posto dove poter avere opportunità in abbondanza. Naturalmente sono venuta qui. Vivere e lavorare in America è stata una benedizione, ma volevo di più: volevo diventare americana”.

E lo è, da 10 anni, dopo avere ottenuto la green card nel 2001 e la cittadinanza a tutti gli effetti nel 2006.

Vediamo se il sogno continuerà dopo martedì 8 novembre o si infrangerà contro le leggi federali del paese che ama.

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