«Subito elezioni anticipate per capitalizzare il 40% del Sì»

06/12/2016 di Redazione

Matteo Renzi vuole le elezioni anticipate. Il piano, anticipato da un tweet di Luca Lotti e ripreso da molti giornali è semplice: capitalizzare il 40% raggiunto del Sì al referendum costituzionale. 12 milioni e 700 mila voti che, se confermati, potrebbero portare il PD a un ottimo risultato capace di portarlo di nuovo a Palazzo Chigi.

MATTEO RENZI PER LE ELEZIONI ANTICIPATE

L’amarezza di Matteo Renzi è tanta: per la Stampa il presidente del Consiglio avrebbe confidato la voglia di prendersi 6 mesi sabbatici, e andare negli Stati Uniti. La bocciatura al referendum costituzionale del suo Governo è stata chiarissima, con 19 milioni e mezzo di voti di No a una riforma costituzionale con temi molto popolari come la riduzione dei costi della politica e il taglio dei parlamentari. Luca Lotti ha però twittato che si riparte dal 40%, anticipando la linea data ai retroscenisti dei quotidiani. Come scrive De Marchis su La Repubblica

Non lascio la bandiera delle elezioni anticipate a Grillo e agli altri. Se lo facciamo il Pd è morto, fa la fine che ha fatto dopo aver appoggiato il governo Monti»

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IL PIANO DI RENZI DECISO DAL PD E DA MATTARELLA

Maria Teresa Meli sul Corriere ha scritto che Renzi rimarrà segretario.

«I tempi ora sono fondamentali, non possiamo consentirci errori», ha spiegato ai collaboratori. Quali «tempi»? Quelli per lasciarsi aperta la finestra delle elezioni anticipate senza congresso del Pd, perché il premier non ha intenzione di farsi cuocere a fuoco lento dai suoi avversari. Renzi è forte di un 40 per cento di consensi (la stessa percentuale che prese alle elezioni europee anche se nel referendum ha avuto due milioni di voti in più ) e non intende disperdere quel patrimonio di voti, ma vuole capitalizzarlo

Matteo Renzi spera di convincere il PD a seguirlo evitando il congresso, e organizzando primarie di coalizione a cui parteciperebbe come candidato alla presidenza del Consiglio. Il presidente della Repubblica è ostile a sciogliere la legislatura senza nuova legge elettorale che aspetti la sentenza della Corte Costituzionale, ma non può imporre di andare avanti senza il consenso del PD, che conta circa 400 parlamentari.

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