«Massimo D’Alema vuole Ignazio Marino contro Matteo Renzi»

Ieri, la conferenza stampa di Ignazio Marino per la presentazione del suo libro, Un Marziano a Roma, e poi l’inondazione televisiva: SkyTg24, Otto e Mezzo e un tour di presentazione del libro che porterà l’ex senatore del Partito Democratico ad occupare di nuovo la ribalta pubblica con le sue storie di due anni di amministrazione; una tegola, nelle intenzioni, sulla corsa del centrosinistra per le Elezioni Comunali 2016. «Un manifesto elettorale?», gli è stato chiesto, intendendo: Ignazio Marino vuole candidarsi per le elezioni romane? L’ex sindaco glissa. Anche perché, scrivono le cronache oggi in edicola, potrebbe essere in partenza un progetto ben diverso.

«MASSIMO D’ALEMA VUOLE IGNAZIO MARINO CONTRO MATTEO RENZI»

Quello di una corsa, addirittura, nazionale. Ne parla Francesco Bei sulla Stampa di oggi: Massimo D’Alema, scontentissimo padre nobile del Partito Democratico in guerra aperta contro Matteo Renzi, sarebbe tentato dal giocarsi la carta Ignazio Marino per sparigliare la corsa del prossimo congresso del Pd.

 Il colloquio tra l’ex presidente del Consiglio e l’ex sindaco di Roma risalirebbe a prima di Pasqua, dopo la rinuncia ufficiale a candidarsi di Massimo Bray (anche lui della scuola Italianieuropei), prima scelta di D’Alema. La proposta sarebbe stata articolata in due tappe. La prima prevede, appunto, la discesa in campo di Marino a Roma contro Roberto Giachetti. Per drenare voti dal bacino di centrosinistra e provare a superare il candidato renziano. Un sogno? I sondaggi in questi ultimissimi giorni danno Giachetti in leggero sorpasso rispetto alla grillina Raggi, ma Marino ha appena iniziato il suo bombardamento contro la casa madre. Ed è convinto di potersela giocare davvero. O quantomeno di poter fare molto male al Pd. «Del governo Renzi io penso tutto il male possibile – ha dichiarato ieri – perché quelli che come me hanno votato nel 2013 volevano un governo di centrosinistra. Non volevano cacciare Veltroni o D’Alema per avere Verdini». Un riferimento non casuale, quello alla rottamazione dei due padri nobili del Pd, che suona come un messaggio chiaro ai nostalgici del vecchio partito e dell’Ulivo. I fuochi d’artificio di ieri sarebbero insomma soltanto l’antipasto di una campagna di duro martellamento contro il suo ex partito, reo di avergli voltato le spalle a tradimento

 

Questo il quadro in vista delle elezioni amministrative. C’è però un piano ulteriore, dicevamo: quello di una possibile corsa futura contro Matteo Renzi al congresso del Pd, lanciare Ignazio Marino come nome su cui far convogliare tutte le minoranze che si oppongono all’ex sindaco di Firenze, evitando una discesa in campo del giovane Roberto Speranza che andrebbe a schiantarsi contro i pesi massimi Matteo Renzi e Michele Emiliano.

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Da casa Bersani, però, per ora, l’entusiasmo sul nome del chirurgo sembra tiepido.

 L’idea del leader Maximo (legatissimo all’ex sindaco anche per un aiuto medico importante ricevuto a favore di un familiare) sarebbe infatti quella di sfruttare il bottino elettorale di Marino a Roma come trampolino di lancio per una sua candidatura nazionale al Congresso del Pd. Per farne insomma lo sfidante ufficiale al segretario-premier nel dicembre del prossimo anno. Il presidente di Italianieuropei ritiene infatti quella di Roberto Speranza una candidatura troppo debole. E avrebbe provato a convincere anche Pierluigi Bersani a convergere con le sue truppe sul chirurgo genovese. Lo spauracchio che agita per indurre la minoranza a mollare Speranza è quello di Michele Emiliano. Il carismatico governatore della Puglia che appare lanciatissimo, deciso a sfruttare la campagna per il referendum contro le trivelle per puntellare la sua corsa alla segreteria nazionale. E se le primarie fossero una sfida a tre – Renzi, Speranza, Emiliano – a fare la fine del vaso di coccio potrebbe essere proprio il giovane ex capogruppo. I bersaniani tuttavia non hanno abboccato. «D’Alema la volta scorsa ci ha imposto Cuperlo – ragiona uno di loro – e ci ha mandato a sbattere contro un muro. Nessuno di noi è disposto a fare il kamikaze per lui»

 

E lui, Ignazio Marino, che ne pensa? Sta aspettando. Sopratutto – addirittura – una presa di posizione pubblica da parte del Pontefice, di Papa Francesco, che dovrebbe chiarire una volta per tutte quanto accaduto a Philadelphia.

 La moglie dell’ex sindaco è contrarissima a una sua discesa in campo. L’ex sindaco attende poi, prima di decidere, una presa di posizione pubblica del Pontefice. Che gli avrebbe promesso di chiarire una volta per tutte l’incidente di Filadelfia e quel glaciale «non l’ho invitato io» che simbolicamente fu l’inizio della fine per il marziano di Roma

 

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