Monti: «I governi considerano l’Ue un bene di consumo. E i politici badano al consenso»

19/02/2016 di Redazione

A colloquio con il Corriere della Sera l’ex premier Mario Monti parla per la prima volta di Unione Europea dopo le critiche ricevute per aver lanciato una frecciata al premier Matteo Renzi. Il senatore a vita è stato accusato perfino di complotto dopo aver pubblicamente definito sbagliato il modo in cui l’attuale presidente del Consiglio si esprime sull’Europa.

 

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MONTI: «I GOVERNI ORMAI VEDONO NELL’UE UN BENE DI CONSUMO»

«Lei – ha detto Monti qualche giorno fa rivolgendosi a Renzi – sta facendo correre grossi rischi all’Italia e all’Europa. Lei non manca occasione per denigrare l’Unione introducendo negli italiani una pericolosissima alienazione nei confronti dell’Europa». Da qual momento subito sono partite le insinuazioni in base alle quali l’ex premier tramerebbe contro il governo. Scrive Federico Fubini:

Aveva affidato parole simili a un intervento per Le Soir e El Pais poche settimane fa. Ma ora continua nella stessa riflessione, non senza una dose di amarezza. «Ormai, i governi vedono nella Ue un “bene di consumo”. Quando vanno a Bruxelles per partecipare al Consiglio, non portano più il loro mattone; piuttosto, cercano di staccare un mattone dalla casa semi-costruita, di triturarlo e di trasformarne la polvere (sì, polvere d’Europa) in consenso per sé, per il proprio partito, da parte dell’opinione pubblica nazionale».

E poi:

Monti non nomina mai Renzi, anche perché certamente non pensa solo a lui. Non vede nello stile del premier italiano un caso isolato di questi tempi. Ma il professore non fa sconti: «Molti politici nazionali, che sovente si professano europeisti — e magari perfino credono di esserlo! — sono diventati maestri muratori della decostruzione europea — osserva —. In questo raffinato reverse engineering, puntano ad estrarre popolarità domestica dal mattone sia mediante le opere (cioè le decisioni che prendono a quel tavolo dei 28, decisioni intestate alla Ue ma che in realtà sono spesso una cacofonia risultante da 28 interessi politici di parte, di solito mascherati da “interessi nazionali”), sia mediante le parole (il modo, sovente caricaturale o fuorviante in cui descrivono la Ue ai loro concittadini)».

(Foto di copertina: ANSA / MOURAD BALTI TOUATI)

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