Mario Draghi: amici e nemici del presidente della Bce

Mario Draghi vincerà oggi un’altra battaglia all’interno della Bce. Per la prima volta dalla sua fondazione la Banca centrale europea annuncerà un programma di acquisti di titoli di Stato su larga scala. Una svolta che ha creato una nuova divisione all’interno della Bce, e una contrapposizione sempre più polemica tra il presidente della più rilevante istituzione dell’Ue e la Germania.

MARIO DRAGHI E IL QE DELLA BCE – Mario Draghi annuncerà nella conferenza stampa di oggi pomeriggio l’avvio di un programma di acquisti di titoli di Stato su larga scala, il cosiddetto Quantitative easing, l’alleggerimento quantitativo. Il programma ha un carattere sicuramente innovativo per la Bce, che nel 2010 e 2011 ha comprato bond sovrani per contrastare la crisi del debito sovrano dei Paesi in eurocrisi come Grecia, Portogallo, Spagna e Italia, ma non ha mai avviato misure dal carattere così massiccio. Secondo Bloomberg la Bce comprerà 50 miliardi di obbligazioni al mese, un ciclo di acquisti che inizierà ora e finirà nel 2016, per un totale di oltre mille miliardi. Un intervento atteso da molto tempo dagli investitori, che in parte hanno già prezzato la discesa dei rendimenti delle obbligazioni sovrani garantita dal QE della Bce. Mario Draghi ha perseguito questa svolta da diverso tempo, avviando nei mesi scorsi diverse misure di politica monetaria non convenzionale come l’acquisti dei prestiti bancari cartolarizzati, gli Abs, i covered bond e lanciando nuove aste di liquidità alle banche, il programma Tltro, che vincolava i nuovi prestiti a tasso agevolato all’erogazione di credito. Le misure dei mesi scorsi hanno dato risultati non soddisfacenti, e Mario Draghi ha deciso di accelerare il nuovo stimolo monetario, di cui si discute da molto tempo.

I NEMICI – Le banche centrali delle maggiori economie occidentali, Federal Reserve, Bank of Japan e Bank of England, hanno adottato il QE dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008. La Bce arriva buon ultima, anche per la ferma ostilità della Germania a questo tipo di politica monetaria. Il presidente della Bunsesbank, Jens Weidmann, contesta che l’acquisto di bond sovrani, che avviene sul mercato secondario dove vengono scambiati in prevalenza dalle banche, sia una forma mascherata di finanziamento del deficit. Una posizione portata fino allo scontro giuridico con la Bce di fronte alla Corte costituzionale tedesca, e poi alla Corte di Giustizia del’UE in merito al programma Omt, che ha creato una fratturale personale tra Mario Draghi e Jens Weidmann, come scrive il tedesco Die Zeit. I due più importanti banchieri centrali dell’eurozona si sono scontrati numerose volte negli ultimi anni, mentre più sfumata è stata la posizione di Angela Merkel. Nell’estate del 2012, quando l’eurocrisi minacciava di tornare alla sua massima intensità, la canceliera tedesca avallò l’iniziativa di Mario Draghi, che annunciò che la Bce avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro in un discorso diventato celeberrimo. In questi mesi però da Berlino sono arrivate parole di grande freddezza verso le intenzioni di Draghi. La cancelliera ha rimarcato l’indipendenza delle decisioni della Bce, ma ha altresì sottolineato l’esigenza di non creare disincentivi alle riforme strutturali.

GLI AMICI – Angela Merkel reputa che senza lo stimolo di un debito difficile da rifinanziare diversi Stati sarebbero spinti a evitare le modifiche necessarie a ritrovare competitività. Mario Draghi ritiene invece che senza un nuovo stimolo monetaria l’Europa rischi una paralisi economica favorita da fenomeni deflattivi. Una diversa valutazione che ha portato a una separazione moderata tra i due leader più influenti dell’UE, che finora hanno sempre mostrato di condividere la necessità delle riforme strutturali e del consolidamento fiscale, con il mantenimento del Patto di stabilità e relativi vincoli all’indebitamento. La nuova iniziativa di Mario Draghi piace invece al fronte delle flessibilità rappresentato da Matteo Renzi e François Hollande, ma ha trovato consenso ancora una volta, dove più conta, all’interno del Consiglio direttivo della Bce.

La maggior parte dei diciannove governatori delle banche centrali dell’Eurosistema appoggiano il QE promosso da Mario Draghi, e dal voto di oggi si comprenderà quanto ancora sia diffuso il consenso del presidente nel Board e nel Consiglio direttivo della Bce.

Photocredit:  REUTERS/Francois Lenoir/Files (BELGIUM – Tags: POLITICS BUSINESS)

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