Rio 2016, Marco Galiazzo: l’arciere azzurro e il sogno Olimpiadi per il riscatto

03/08/2016 di Alberto Sofia

MARCO GALIAZZO

Rio. Un nome che sembra quasi un segno del destino per Marco Galiazzo. Come la società della quale fa parte, l’Arcieri Rio di Ponte San Nicolò, in provincia di Padova. E come la metropoli brasiliana che ospiterà le Olimpiadi 2016, dove l’atleta 33enne, plurimedagliato di tiro con l’arco, sogna il riscatto dopo alcuni anni di appannamento.

 

MARCO GALIAZZO, DA RIO A RIO. OBIETTIVO RISCATTO

Non sarà semplice vincere ancora. Sarebbe quasi un’impresa nella prova singola, dove Galiazzo (qui la scheda) trionfò a sorpresa ad Atene 2004, più di dieci anni fa. Ora il padovano è soltanto 381° nel ranking della disciplina. Ma non sarà facile nemmeno difendere l’oro a squadre di quattro anni fa a Londra. Fu un exploit quello contro gli Stati Uniti, con quel “10” di Frangilli all’ultima freccia. La stessa che ci aveva “costretto” ad accettare la medaglia d’argento a Pechino, quattro anni fa portò la squadra azzurra nell’olimpo degli arcieri. «Ho pensato alla Cina, al mio errore all’ultimo giro, al rischio di perdere ancora a due passi dal traguardo», ammise Mauro Nespoli, che in Brasile, nella gara individuale maschile di venerdì 5 agosto, sarà il nostro atleta di punta. Galiazzo, invece, ne era convinto: «Vinciamo l’ oro». E aveva ragione. Ora, dopo essere rientrato nel giro azzurro in extremis, proprio al posto di Michele Frangilli che ha pagato un pessimo 2016, potrà sognare ancora.

MARCO GALIAZZO, L’ESPERIENZA AL SERVIZIO DELL’ARCO AZZURRO

Il parlamares, di certo, impressiona: non soltanto quello olimpico, con la medaglia d’oro a squadre alle Olimpiadi di Londra 2012 e l’argento alle Olimpiadi di Pechino 2008, oltre all’oro individuale ad Atene 2004. Galiazzo ha anche vinto il bronzo a squadre ai Mondiali 2011 di Torino e a quelli di New York 2003. E trionfato nella Coppa del Mondo 2009 nell’individuale, nella finale di Copenaghen. Vantando nel massimo circuito pure quattro tappe con l’oro nei tornei a squadre, tre argenti (due a squadre e uno individuale) e due bronzi (sempre a squadre).

Certo, in Brasile non avrà i favori del pronostico, Marco Galiazzo. Ma la forma dell’arciere di Padova è in ripresa, dopo il buio seguito alla medaglia ai Giochi londinesi. Ad Antalya, nella tappa di Coppa del Mondo dello scorso giugno, si è qualificato ai 48esimi, eliminato dal francese Valladont. Nel tabellone a squadre con la new entry David Pasqualucci e lo stesso Nespoli è arrivato invece agli ottavi, dove l’Italia è stata sconfitta dalla Russia.

 

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Nella gare a squadre non è riuscita l’impresa di difendere la medaglia iridata. Gli azzurri del tiro con l’arco, vicecampioni mondiali a Copenaghen 2015, sono stati eliminati ai quarti di finale dalla Cina per 6 a 0. «L’obiettivo – aveva detto Marco Galiazzo prima dell’inizio delle Olimpiadi in un’intervista all’agenzia Direè di confermare quanto di buono fatto nelle ultime cinque edizioni dei Giochi dall’Italia. Siamo sempre saliti sul podio, cercheremo quindi di tornare ancora una volta in Italia con una medaglia, anche se sappiamo che sarà difficilissimo perché il livello medio dei nostri avversari è molto cresciuto». La concetrazione dei giorni migliori non è però arrivata. L’esperienza di Marco Galiazzo non è bastata.

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