Milano, paradosso sui manifesti LAV contro la caccia: «Vietati perché troppo violenti»

Un manifesto che vuole condannare la violenza della caccia vietato perché, a sua volta, troppo violento. È il paradosso che, in questi giorni, si sta consumando a Milano. La Lega Anti-Vivisezione (LAV) ha lanciato una campagna contro l’attività venatoria scegliendo, per i suoi manifesti, dei primi piani di animali uccisi da cacciatori. Le immagini di una volpe, di un uccello e di un cervo adagiati esanimi sull’erba, senza ferite né sangue evidenti, sono stati giudicati «fortemente evocativi del tema della morte» e, per questo, sono stati messi al bando.

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MANIFESTI CACCIA LAV VIETATI PERCHÉ VIOLENTI

L’ufficio affissioni del Comune di Milano, quindi, ha vietato qualsiasi tipo di pubblicità a pagamento promossa dalla LAV nell’ambito della campagna #BASTASPARARE. La motivazione è davvero assurda: il permesso è stato negato «a garanzia e tutela verso tutti quei cittadini particolarmente sensibili che scelgono di non prendere parte alla caccia».

Quindi, secondo un ragionamento piuttosto arzigogolato, si riconosce che la caccia sia un’attività violenta  (arrivando a censurare i manifesti che ritraggono animali uccisi dai cacciatori per tutelare la sensibilità dei cittadini non cacciatori), ma di fatto si agisce al contrario, impedendo proprio una campagna di affissioni che si pone l’obiettivo di eliminare per sempre la caccia.

MANIFESTI CACCIA LAV VIETATI, L’INIZIATIVA

«C’è in atto una vera e propria censura – dichiara Massimo Vitturi responsabile Animali Selvatici della LAV – speriamo che il sindaco di Milano Giuseppe Sala si ravveda e dia il suo concreto contributo nel contrastare la caccia e nel supportare la campagna portata avanti dalla LAV». Una campagna che il 21 e il 22 ottobre prevede sit-in in piazza organizzati dalla Lega Anti-Vivisezione che si propongono come scopo quello di raccogliere firme per una proposta di legge che proponga l’abolizione della caccia e che possa tutelare gli animali selvatici».

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