Maltempo Italia, ancora allarmi (ed ecco perché non finiranno mai)

01/03/2016 di Redazione

Continua l’ondata di maltempo in Italia, la coda di inverno che frusta la penisola con nubifragi, danni e anche delle vittime in giro per il paese. Sono sette le persone che sono morte dall’inizio dello scorso weekend, cinque nella sola domenica e ieri altre due vittime: una a Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, dove un lastrone di neve ha travolto una donna che è morta sul colpo; e ancora il pescatore tunisino disperso dalla sera di sabato è stato trovato nelle acque antistanti Portoferraio sull’Isola d’Elba. I disagi in tutto il paese sono ancora moltissimi e anche nei prossimi giorni la situazione faticherà a migliorare.

MALTEMPO ITALIA, ANCORA ALLARMI (ED ECCO PERCHÈ NON FINIRANNO MAI)

Nelle prossime ore, almeno fino a mercoledì sera, ci sarà una piccola tregua.

 

Da mercoledì, spiegano i siti specializzati in previsioni meteorologica, la situazione tornerà a peggiorare.

La nuova perturbazione di origine polare porterà un peggioramento al Nord ad iniziare da Alpi e Nord Est con delle precipitazioni sparse che risulteranno nevose sulle Confinali fin verso i 700-800 m nella notte. In tal frangente le precipitazioni, anche temporalesche, accompagnate da qualche episodio di grandine, si ‘allargheranno’ anche a Lombardia, Levante Ligure, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Tempo in peggioramento anche sulle Tirreniche, dal Lazio fino alla Calabria mentre sarà più asciutto altrove. I venti saranno in rinforzo tra Ponente e Libeccio mentre piegheranno da Maestrale sulla Sardegna.

 

 

Così 3B Meteo. Giovedì, nuovo e sostanzioso peggioramento.

Piogge e rovesci interesseranno Romagna, Marche e molte regioni del Centro Sud, assumendo carattere di temporale sul basso Tirreno. La neve cadrà sulla dorsale fin verso i 600-800 m sulle Adriatiche, oltre gli 800-1200 m altrove. Sarà soleggiato invece al Nord salvo per una variabilità al Nord Est con qualche fiocco di neve sulle Alpi orientali fin verso i 600 m. Le temperature, stante l’arrivo di aria più fredda, subiranno un calo al Centro Sud, più deciso sui versanti orientali e sulle Alpi. Il clima sarà relativamente mite invece al Nord Ovest per venti più secchi con massime fino a 13-14°C. Seguirà poi una miglioramento con temperature in aumento, forse temporaneo perché è possibile un nuovo successivo guasto del tempo dal weekend.

Tuttavia, spiegano gli esperti, il problema è solo parzialmente la situazione meteo concreta; accanto ai fenomeni intensi, sui quali certamente impattano problematiche quali quelle del riscaldamento globale, c’è anche la scarsa preparazione e coordinamento degli uffici meteo che impediscono una pronta reazione ai problemi.

 

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ECCO PERCHÈ GLI ALLARMI, COSÌ, NON FINIRANNO MAI

Il meteorologo Fabio Prodi, fratello del più noto Romano già presidente del Consiglio dei Ministri, spiega sul Corriere della Sera come si potrebbe minimizzare l’impatto di fenomeni meteo che, fra l’altro, tanto intensi nemmeno sono.

Punto di partenza: il fastidio con cui uno scienziato serio ascolta, a ogni acquazzone, gli strilli isterici sulla «imprevedibilità della natura» o l’eccezionalità delle «bombe d’acqua». In realtà, spiega Franco Prodi, i paragoni scientifici col passato dicono che non c’è stato «un aumento in intensità e frequenza delle alluvioni, solamente un aumento dei danni dovuto all’aumentato valore delle costruzioni in zone vietate». Di più: «Anche le ricerche climatologiche condotte nell’istituto Isac da Teresa Nanni e Michele Brunetti su cinquant’anni di dati di stazioni meteorologiche italiane» mostrano variazioni «assai modeste (5% rapportate al secolo) che non giustificano discorsi di tipo catastrofista». Tuttavia, «il riscaldamento negli ultimi 50 anni è quasi doppio, due decimi di grado per decennio, di quello dell’ultimo secolo, con tendenza tuttavia a stabilizzarsi nell’ultimo decennio». E dunque occorre stare in guardia. Dotarsi di quanto di meglio offre oggi la scienza.

Servirebbero, dice lo scienziato, investimenti migliori, meglio effettuati e più coordinamento, senza cedere alle sirene del «peggior federalismo».

«Abbiamo dato in pasto la meteorologia alle Regioni con una interpretazione allucinante della legge Bassanini, con servizi regionali non in grado di svolgere le funzioni avanzate di Nowcasting e caricati dei dati e compiti del servizio idrologico soppresso». Assurdo, accusa: «Si è venduta la meteorologia al federalismo più ottuso». Risultato? Sprechi. A dispetto della tesi che «non investiamo abbastanza nel settore», dice lo scienziato bolognese, «siamo la favola d’Europa per il gran numero di radar comperati (un po’ meno installati, un po’ meno operativi, un po’ meno ancora messi in rete e mosaicati…)». Per non parlare «delle modalità di acquisto e dei bandi di gara» o delle assunzioni. Insomma, accusa il fratello dell’ex presidente del consiglio prima italiano e poi europeo, per troppi anni «la politica ha visto la meteorologia, la protezione civile, la qualità dell’aria come grandi possibilità di imbottire il settore pubblico con persone direttamente chiamate in barba al dettato costituzionale del concorso e nessun controllo da parte della comunità scientifica ufficiale»

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