La foto virale di Mahmoud ElAwadi, il musulmano che dona il sangue per i feriti di Orlando

15/06/2016 di Redazione

Mahmoud ElAwadi

ha condiviso sul suo profilo Facebook una foto diventata virale in pochissimo tempo. In questo momento l’immagine che ritrae il musulmano di Orlando mentre dona il sangue per i feriti della strage del Pulse ha sfiorato i 450 mila like e le 200 mila condivisioni. Ecco cosa ha scritto Mahmoud ElAwadi sul suo profilo a corredo della foto che lo ritrae mentre dona il sangue, un commento messaggio contro la violenza folle di Omar Mateen.

Sì, il mio nome è Mahmoud e sono un orgoglioso cittadino americano di origini musulmane-
Sì, ho donato il sangue anche se non posso mangiare o bere nulla perchè sto digiunando nel nostro sacro mese del Ramadam come altre centinaia di musulmani che hanno donato il sangue qui a Orlando.
Sì, sono arrabbiato per quello che è successo e tutte le vite innocente che abbiamo perso.
Sì, sono triste, frustrato e arrabbiato che un folle che si dichiara musulmano ha commesso un’azione così vergognosa.
Sì, ho potuto testimoniare la grandezza di questo Paese guardando migliaia di persone in fila a 33 gradi sotto il sole ad aspettare il loro turno di donare il sangue anche dopo che gli era stato detto che il tempo d’attesa era tra le 5-7 ore.
Sì, questa è la più grande Nazione del mondo se si osservano persone di diverse età come bambini che volontariamente distribuiscono acqua, succo, cibo, ombrelli, crema solare. Si vedono anche i nostri ex soldati venuti a donare al sangue. E accanto a loro ci sono donne musulmane che indossano l’hijab che portano cibo e acqua ai donatori in fila.
Sì, insieme saremo contro l’odio, il terrorismo, l’estremismo e il razzismo.
Sì, il nostro sangue si assomiglia, usciamo e doniamo il sangue perchè i nostri concittadini americani sono feriti e ne hanno bisogno.
La nostra comunità nella Florida centrale ha il cuore spezzato dal dolore ma mettiamo da parte i colori, le religioni, le etnie, gli orientamenti sessuali, le idee politiche per essere uniti contro chi ci vuole fare del male.

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