«La Maggioni al Bilderberg»: la voglia di complottismo dal M5S al fittiano Bianconi

La nomina di Monica Maggioni a nuovo presidente della Rai ha immediatamente riacceso la fame di complottismo, anche tra i politici. La giornalista lo scorso anno è stata criticata per la sua presenza alla riunione annuale del Gruppo Bilderberg, meeting che si tiene in località esclusive (e a porte chiuse) e al quale partecipano esponenti di spicco della politica, dell’economia, della finanza, del giornalismo, per discutere sui temi più rilevanti dell’attualità. È stata l’occasione per alimentare ancora gli inutili sospetti.

 

 

A far riemergere, nelle ore della designazione al vertice di Viale Mazzini, il particolare della presenza della Maggioni al Bilderberg non sono stati solo gli internauti affascinati delle teorie della macchinazione (gli utenti della rete sempre attivi ad alimentare il sospetto che grandi eventi siano causati dall’azione di pochi cospiratori). «La “nuova” presidente della #Rai renziana Monica Maggioni l’anno scorso alla riunione del Gruppo Bilderberg, con Monti. Bella roba, vero?», ha scritto ieri su Twitter il leader della Lega Nord Matteo Salvini, impeccabile ad innescare l’indignazione. Più netto (e davvero complottista) è stato poco dopo il deputato fittiano Giovanni Bianconi, che dal social ha addirittura tuonato: «Con Maggioni presidente Rai, Renzi consegna l’Italia alla Trilateral e Bilderberg, con il plauso di B. Penso ke tutto è perduto anche l’onore».

 

 

Insomma, per Bianconi, la vera cospirazione dietro la nomina della Maggioni non sarebbe rappresentata dal patto del Nazareno, l’accordo tra Renzi e Berlusconi, ma dalle indicazioni che giungerebbero nel nostro Paese da un think tank o un gruppo di personalità influenti su scala globale. Un allarme che aveva già lanciato il Movimento 5 Stelle con atti parlamentari. Nel mese di giugno 2014 cinque deputati del partito di Grillo, hanno infatti presentato un’interrogazione ai ministri per chiede se si possa «escludere che le riunioni del Bilderberg possano interferire con l’autonomia, la sovranità e l’indipendenza dello Stato Italiano». Qualche settimana prima il deputato Carlo Sibilia faceva sapere. «Ho contattato telefonicamente Monica Maggioni di RaiNews che abbiamo visto anche entrare con una bella auto blu oltre le transenne e il cordone di sicurezza. Non mi ha risposto. Chissà perché».

Le polemiche oggi continuano nonostante una risposta della Maggioni sulla questione sia arrivata, in Commissione Vigilanza Rai. Rispondeva così la giornalista ad una domanda della deputata Mirella Liuzzi, il 4 novembre scorso:

Ci sono andata come persona, autonomamente, ho preso dei giorni di ferie, mi sono pagata il viaggio, mi sono pagata l’albergo. C’era scritto, però, di fianco al mio nome «direttore Rainews». Non ci potevamo scrivere «NASA», perché continuo a lavorare a Rainews. Ho svolto tutta la mia professione giornalistica sul piano internazionale, ragion per cui è assolutamente ovvio che, nel momento in cui si organizzano i Bilderberg e si scelgono alcune persone che staranno in una stanza sia uscito anche il mio nome. La segretezza è legata soprattutto al «chi ha detto che cosa», non ai temi in agenda, perché i temi in agenda ci sono. Quanto al «chi ha detto che cosa», sappiamo tutti che esistono le regole di Chatham House, regole che non ha certo stabilito il Club Bilderberg, che garantiscono alle persone di confrontarsi in una stanza con la certezza di non vedersi pubblicato due minuti dopo quello che hanno detto. Da giornalista, questo è un invito che uno, ovviamente, accetta, perché vuole andare, vedere, sentire e capire. È un tentativo di capire in più, non certo la partecipazione ad alcunché, tantomeno a qualsiasi tipo di complotto. Dopodiché, se c’è un profilo legislativo o legale sul fatto di partecipare al Bilderberg, a quel punto se ne occupino altre autorità, ma non esiste.

(Foto di copertina: Ansa / Alessandro Di Meo)

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