Mafia Capitale, nei nuovi bandi per i migranti anche cooperative citate nelle indagini

Mafia Capitale –

Nei nuovi bandi per l’accoglienza dei migranti banditi dalla Prefettura di Roma sono risultate aggiudicatarie anche realtà e cooperative citate e coinvolte nei documenti che la procura guidata da Giuseppe Pignatone ha emesso per portare agli arresti e spiccare provvedimenti cautelari contro esponenti di primo piano della politica romana quali Luca Gramazio, Mirko Coratti, Daniele Ozzimo e Giordano Tredicine. Il nuovo sistema di accoglienza di migranti e rifugiati ha però dei problemi, se è vero che alcune gare sono andate sostanzialmente deserte.

MAFIA CAPITALE, LE COOP CITATE NELLE INDAGINI VINCONO I BANDI

Il Corriere della Sera nella Cronaca di Roma dettaglia quali cooperative e realtà dell’accoglienza sono risultate aggiudicatarie di bandi emessi dalla rappresentanza del governo per la Capitale.

Avevamo illustrato nel dettaglio il nuovo piano profughi elaborato dalla prefettura di Roma. Nel grafico elaborato dal quotidiano, si può vedere il territorio della Provincia di Roma spacchettato per le Asl di competenza e con i relativi posti a bando per l’accoglienza di migranti. Sono molte le considerazioni che questo grafico segnala: in primo luogo, c’è un lotto di gara che è andato deserto, il primo, quello relativo ai quadranti del centro storico e di Roma Nord; questo significa che oltre 500 posti di accoglienza migranti da coprire sono rimasti senza assegnatario e probabilmente la gara dovrà essere ripetuta, o comunque la Prefettura dovrà prendere dei provvedimenti, anche, se necessario, redislocando nei municipi con i bandi coperti e assegnati i migranti destinati ai territori andati deserti.

LEGGI ANCHE: Migranti, la mappa regione per regione

MAFIA CAPITALE, LE COOPERATIVE SOTTO ATTENZIONE

Ma c’è di più: perché dopo i nuovi fatti di Mafia Capitale, non si può non notare che alcune delle cooperative aggiudicatarie dei nuovi bandi siano le stesse realtà citate negli incartamenti della procura di Roma. Il Corriere se n’è accorto.

I soggetti in questione sono Inopera, Senis Hospes, Un Sorriso (la stessa coop rimasta coinvolta negli assalti al centro rifugiati a Tor Sapienza nell’autunno 2014) ed Eta Beta. Avevano presentato domanda per partecipare al bando dopo la prima Mafia Capitale, in anticipo sugli attuali sviluppi investigativi. A scorrere le classifiche della Prefettura, (sulla base di un punteggio che tiene in considerazione servizi logistici e per l’integrazione, e assistenza alla persona) la Senis Hospes risulta prima in graduatoria in quattro lotti su sette.

E in ogni caso, ricorda il Corriere, c’è differenza fra esser risultati idonei ad un bando ed esser legittimati alla concreta assegnazione della gara.

Come recita il decreto legislativo 163/2006, «l’aggiudicazione definitiva non equivale all’accettazione dell’offerta» e che «il contratto è sottoposto alla condizione sospensiva dell’esito positivo dell’eventuale approvazione e degli altri controlli previsti dalle norme proprie delle stazioni appaltanti o degli enti aggiudicatori».

Stando alle gare andate a buon esito, questa sarebbe la situazione nei vari territori della provincia di Roma.

Il maggior numero di rifugiati, per il momento, spetterebbe al lotto 7 (tutti i Castelli, fino ad Anzio-Nettuno) con 771 persone e un valore dell’appalto di poco superiore ai sei milioni e 600 mila euro, ma spiccano anche i 787 che dovrebbero arrivare fra il Portuense, Ostia e Fiumicino, mentre sono solo 89 nei quartieri del quadrante est (lotto 2).

 

Share this article