Il dolore della madre di Ilaria Alpi: «Basta troppe umiliazioni, mi fermo»

17/03/2017 di Redazione

Luciana Alpi, madre di Ilaria, la giornalista uccisa in Somalia il 20 marzo 1994, non ce la fa più: «Ho deciso di astenermi d’ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative. Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni altro tentativo di occultamento».

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Tra poco saranno passati 23 anni: tutto questo tempo senza una responsabilità sulla morte di Ilaria. «Con il cuore pieno di amarezza, come cittadina e come madre – afferma in una nota Luciana Alpi – ho dovuto assistere alla prova di incapacità data, senza vergogna, per ben ventitré anni dalla Giustizia italiana e dai suoi responsabili, davanti alla spietata esecuzione di mia figlia Ilaria e del suo collega Miran Hrovatin. Al dolore si è aggiunta l’umiliazione di formali ossequi da parte di chi ha operato sistematicamente per occultare la verità e i proventi di traffici illeciti. Da ultimo, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Perugia mi ero illusa che i nuovi elementi di prova inducessero la Procura della Repubblica ad agire tempestivamente per evitare nuovi depistaggi e occultamenti».

«Non posso tollerare ulteriormente – ha concluso la madre della giornalista assassinata – il tormento di un’attesa che non mi è consentita né dall’età né dalla salute. Per questo motivo ho deciso di astenermi d’ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative. Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni altro tentativo di occultamento. Ringrazio i colleghi di Ilaria, la Federazione Nazionale della Stampa e l’opinione pubblica per essermi stati vicini».

(foto copertina ANSA/ANGELO CARCONI)

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