Omicidio Luca Varani: «Manuel voleva simulare uno stupro con un prostituto-maschio»

11/03/2016 di Redazione

Caso Luca Varani. Il delitto del ventitreenne romano ucciso dopo una festino a base di cocaina con il passare dei giorni si arricchisce di nuovi e sconvolgenti dettagli. Il Gip Riccardo Amoroso ha firmato l’arresto di Manuel Foffo e Marc Prato aggravando il fermo iniziale. Secondo il giudice per le indagini preliminari la «fredda ideazione, pianificazione ed esecuzione di un omicidio efferato, preceduto da sevizie e torture, senza altro movente se non quello apparente di appagare un crudele desiderio di malvagità». E dopo l’omicidio, i due si sarebbero addormentati abbracciati

LUCA VARANI, LE «IMPORTANTI DIVERGENZE» TRA I RACCONTI DI MANUEL FOFFO E MARC PRATO

Luca Varani, secondo il Gip ripreso dal Corriere della Sera le «importanti divergenze» nei racconti fatti dai due non permettono ancora di decidere sulle aggravanti della premeditazione, crudeltà e motivi abietti contestati dalla Procura. Intanto si scopre che Marc Prato nei giorni passati con Manuel Foffo era travestito da donna con tanto di smalto, parrucca e tacchi a spillo. Secondo Prato, Foffo negava la sua omosessualità e accettava di avere rapporti solo col travestimento del futuro complice:

La scintilla dell’omicidio nasce così in Foffo proprio durante un rapporto a tre con Luca, in cui Manuel interviene «dopo aver leccato i tacchi a spillo ed essersi fatto camminare sul corpo partecipando all’eccitazione sessuale». Racconta Prato: «Manuel era come impazzito mi ha chiesto prima di versare un farmaco nel bicchiere di Luca e poi dopo che questo aveva cominciato a stare male mi ha chiesto di ucciderlo: “Questo stronzo deve morire”, urlava in preda a un improvviso e insensato odio e repulsione verso Varani»

LUCA VARANI: «CONTATTO PER ASSECONDARE MANUEL?»

Anche la ricerca di una vittima in strada prima del contatto finale con Luca Varani sarebbe nata per assecondare Manuel e una sua fantasia:

 «Voleva simulare uno stupro con un prostituto-maschio», dice Prato e non trovandolo nel loro giro in auto, i due chiamano Varani.Fatta questa premessa, Prato spiega così la sua partecipazione al delitto: «Ero infatuato di Manuel e ho cercato di assecondare la sua follia omicida, obbedendo in modo passivo alla sua richiesta di strozzarlo». Marc dice di averci provato a mani nude «ma senza riuscire a stringere in modo da ucciderlo». Anzi, «Luca pareva voler combattere per rimanere in vita». A quel punto, mette a verbale Prato, affiancato dal suo avvocato Pasquale Bartolo, interviene Foffo e «in preda a una furia bestiale inizia a colpirlo con il martello in testa, adirandosi sempre di più per non riuscire, nonostante tutti i colpi, a provocarne la morte e chiedendomi ripetutamente di aiutarlo»

LUCA VARANI, QUELLO DI MARC PRATO UN GESTO DI PIETÀ?

Infine Marc Prato ritiene che il suo intervento sia stato quasi un gesto di pietà nei confronti di Luca Varani:

«Ho iniziato a pensare che Luca era ormai in fin di vita e sarebbe stato meglio aiutare Manuel a portare a termine la sua azione omicida per evitare che soffrisse ancora». Insomma, riassume il gip, «secondo la descrizione di Prato, le plurime ferite e i colpi inferti tutti da Foffo non erano pertanto rivolti a provocare inutili sadiche sofferenze alla vittima, ma sarebbero stati tutti per uccidere e il conseguente accanimento di Foffo era dovuto soltanto all’incapacità di assestare dei colpi mortali»

LUCA VARANI, L’ALTRA VERITÀ DI MANUEL FOFFO

La morte di Luca Varani raccontata da Marc Prato è molto diversa da quella riferita da Manuel Foffo. Unico punto in comune tra le due storie l’azione congiunta. Ma per il resto Manuel Foffo ha una sua personale verità:

«Non sono attratto dagli omosessuali e prima dell’arrivo di Luca, nei tre giorni trascorsi assieme, ho avuto con Marc solo un rapporto orale a causa dell’alcol e della droga che avevamo assunto» esordisce. Il travestimento da donna di Prato resta per Foffo «inspiegabile». Ma soprattutto è diversa, nel suo racconto, la genesi della decisione di uccidere. «Un’idea delirante maturata già il giovedì durante l’uscita in macchina in cerca di una vittima che si sarebbe poi tacitamente concretizzata quasi come un accordo tra loro alla vista di Luca nella mattina di venerdì». Una versione, questa, che poi Foffo ha parzialmente modificato nei successivi interrogatori, affiancato dall’avvocato Michele Andreano. L’ultimo ieri pomeriggio, in cui ha chiesto di poter chiarire al pm Francesco Scavo alcune dinamiche sui rapporti con il complice: «Mi sentivo minacciato da lui».

LUCA VARANI, PER IL GIP VARANI E FOFFO «SONO SOGGETTI INAFFIDABILI PER I LORO COMPORTAMENTI IRRAZIONALI»

Il Gip dal canto suo ha motivato la detenzione in carcere con la «gravità dei fatti emersi»

«l’allarme sociale suscitato dalle loro personalità disturbate» e l’impossibilità di controllarne le reazioni. Prato «si sarebbe potuto rendere anche irreperibile, ove non avesse concretamente tentato il suicidio, tenuto conto della imprevedibilità delle reazioni emotive». Ed entrambi gli indagati «sono soggetti inaffidabili per i loro comportamenti irrazionali motivati dall’abuso di alcolici e stupefacenti».Marc e Manuel sono due pericoli: «Le modalità raccapriccianti della loro azione omicida, l’efferatezza delle sofferenze inferte alla vittima prima di ucciderla sono indice di personalità disturbate, prive di sentimenti di pietà, e come tali pericolose, e quindi anche in grado di ripetere condotte analoghe, tenuto conto dell’inquietante individuazione della vittima in apparenza scelta a caso e selezionata non è dato ancora sapere in base a quali sue caratteristiche personali correlate all’età, sesso, orientamento sessuale, ceto sociale o altro».Né si può «fare affidamento sui loro sensi di colpa, peraltro neppure manifestati, in nome di una presunta occasionalità di condotte violente deliranti e di una loro eccezionalità rispetto a un’apparente normalità del loro consueto stile di vita».

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