L’Ordine dei Giornalisti contro Barbara D’Urso: «Sesso e violenza in fascia protetta»

12/05/2015 di Redazione

L’Ordine dei Giornalisti contro Barbara D’Urso e Pomeriggio 5. Il Presidente Enzo Iacopino ha scritto al Garante per la protezione dei Dati personali chiedendo l’intervento dell’autorità in risposta al servizio andato in onda su Pomeriggio 5 lo scorso 8 maggio tra le ore 17.40 e le 18.30 in cui si trattava un caso di omicidio. Per Iacopino «sono stati trattati argomenti e temi evidentemente inadeguati per la fascia ma soprattutto per i contenuti».

L'Ordine dei Giornalisti contro Barbara D'Urso: «intervenga il garante della Privacy»
ANSA/CANALE 5

«MANCAVANO GIORNALISTI E SONO STATE INDICATE ABITUDINI SESSUALI» –

Tutto è nato dal caso di Alessandro, presunto colpevole di omicidio, e Stefania, presunta vittima di omicidio: «La conduzione delle interviste, in contraddittorio tra i parenti della defunta e del presunto colpevole, è stata effettuata dalla Signora Barbara d’Urso senza la presenza di alcun giornalista. Nel programma sono state indicate, tra l’altro, abitudini e pratiche sessuali dei ‘personaggi’ coinvolti, violenze sessuali di cui la defunta sarebbe stata oggetto in precedenza da parte di congiunti/affini, citati referti medici e loro autori nonché persone terze estranee alla vicenda».

 

LEGGI ANCHE: Barbara D’Urso e il giallo della bestemmia in diretta a Pomeriggio 5

 

LA RICHIESTA AL GARANTE –

Iacopino si è quindi rivolto al Garante per la Privacy:

alla luce delle segnalazioni e sollecitazioni pervenute circa la trasmissione di cui si tratta, si ha motivo di ritenere che non mancheranno da parte di codesta Autorità, indipendentemente dalla posizione di notorietà o dal rilievo pubblico dei personaggi interessati, ovvero dal clamore mediatico del caso, le iniziative necessarie per l’applicazione, che prescinde dalla iscrizione all’Albo, della ‘particolare disciplina di cui agli artt. 136 -139 del codice per la protezione dei dati personali (d.lgs. 30 giugno 2003 n.196) – tesa a contemperare il diritto all’informazione la libertà di stampa con i diritti della persona, in particolare quello alla riservatezza’, come si legge nella citata nota, nonché a proibire la divulgazione di informazioni personali e sensibili che non rientrano nell’esercizio legittimo del diritto di cronaca offrendo la disponibilità a fornire la documentazione relativa alle segnalazioni pervenute

Share this article