Isis e l’invasione dei profughi, l’Egitto vuole l’intervento militare

L’Isis vuole sommergere l’Italia di profughi, in un «attacco non convenzionale» contro le coste meridionali dell’Europa? È possibile. Anzi, sembra probabile. E sono molti i fattori che sembrano dimostrarlo, primo fra tutti l’aumento di furti di imbarcazioni in Tunisia, Algeria, Egitto. Navi e pescherecci in disuso che spariscono massicciamente nel nulla non sembrano un buon segnale. A fornire queste informazioni sono le intelligence dei vari paesi che sella base di intercettazioni di miliziani e attivisti dell’estremismo islamico: gli 007 sostengono che complettivamente sulle coste del Maghreb sono pronti a partire 700mila migranti.

 

Libia:diffuso video che mostrerebbe la decapitazione di egiziani cristiani(L’esecuzione di egiziani cristiani da parte dell’Isis. Foto da archivio LaPresse)

 

ISIS, ALTRI EGIZIANI RAPITI IN LIBIA, 45 BRUCIATI VIVI IN IRAQ – Il Lybia Herald ha in queste ore dato notizia di altri 35 egiziani (in prevalenza contadini) rapiti in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell’Is o comunque legati allo Stato islamico. In Iraq miliziani dello Stato Islamico hanno bruciato vive 45 persone.La zona dell’esecuzione – riportata dalla Bbc e ancora in cerca di conferme – è al-Baghdadi, a 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad, stessa zona in cui 320 marines americani stanno addestrando i soldati della VII divisione irachena nell’Iraq occidentale.

ISIS, LA MINACCIA: 700MILA PROFUGHI VERSO L’ITALIA – Stando a quanto si legge oggi sul quotidiano Il Messaggero (che riporta il contenuto di alcune conversazioni telefoniche tra i militanti dell’Isis, intercettate dai sistemi di sicurezza italiani) l’idea è di far arrivare in Occidente «almeno 200mila» e forse anche «500mila» profughi e migranti, creando «un impatto devastante sull’opinione pubblica del paese – considerato l’anello debole del ‘fronte occidentale’ – che finirebbe per condizionare le scelte politiche del governo più delle minacce di guerra all’Italia». D’altronde è noto che gli scafisti della tratta degli esseri umani sono tutti, o in gran parte, ex-miliziani dell’estremismo islamico, e così innalzare il livello degli sbarchi non dovrebbe essere un gran problema. «Morti in mare e porti in affanno», potrebbe davvero essere la nuova strategia del Califfato dello Stato Islamico. «A far salire la tensione – continua Il Messaggero – «c’è anche l’episodio di due giorni fa: i colpi di kalashnikov contro la motovedetta della Guardia costiera. Un atto ostile che lascia presagire scenari inquietanti».

 

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ISIS, IL SISTEMA DELL’IMMIGRAZIONE AL COLLASSO Il Corriere della Sera intanto ricorda che il video in cui i militanti dell’Isis uccidono dei cristiani copti è stato girato prima che l’Italia minacciasse un intervento armato contro il Maghreb, così «gli analisti ritengono che il rischio di un attacco sul nostro territorio sia adesso più concreto». Per non parlare del fatto che il sistema di accoglienza di migranti è, ad oggi, a febbraio, già in tilt. Scrive il Corriere, commentando la situazione: «I numeri danno il quadro della situazione. Dall’inizio dell’anno ci sono stati 58 sbarchi per un totale di 6.176 tra profughi e clandestini. Vuol dire il 100 per cento di aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Il dipartimento immigrazione del Viminale guidato dal prefetto Mario Morcone sta comunque facendo l’impossibile per gestire i flussi. Il Corriere della Sera riporta che «lo spazio è comunque limitato e dunque già oggi sarà inviata a tutti i presidenti di Regione una richiesta per la messa a disposizione di altri luoghi». Si parla anche dell’ipotesi di requisire alcuni stabili, se così fosse necessario.

ISIS, L’EGITTO CHIAMA L’ONU – Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto all’Onu una risoluzione che autorizzi l’intervento militare in Libia in funzione anti-Isis: «Abbiamo abbandonato il popolo libico nelle mani delle milizie estremiste», ha detto in un’intervista a Radio Europe 1, concludendo che l’intervento del 2011 è stato una «missione non finita» e auspicando un intervento ulteriore per mettere a posto le cose e liquidare gli estremisti.

ISIS, L’ULTIMA STRAGE: 45 MORTI IN IRAQ – Continuano comunque le stragi dell’Isis. I jihadisti dello Stato Islamico hanno arso vive 45 persone ad al-Baghdadi, a soli 8 km dalla base aerea di Ain Al-Asad, nell’Iraq occidentale, dove 320 marines americani stanno addestrando i soldati della VII divisione irachena. A darne notizia è stato il colonnello Qasim al-Obeidi, a capo della polizia locale, senza però specificare chi fossero le vittime e quali accuse fossero state loro rivolte dagli uomini del califfo Abu Bakr al Baghdadi. Secondo al-Obeidi alcune delle vittime erano membri delle forze di sicurezza irachene. Lo Stato Islamico aveva assunto il controllo della città di al-Baghdadi, nella provincia di Anbar, solo giovedì scorso, dopo mesi di assedio. Al momento manca una conferma ufficiale.

ISIS, L’ALLARME DEI PETROLIERI PER LA CRISI LIBICA GIÀ NEL 2011 – In un comunicato stampa, intanto, Michele Marsiglia, presidente della FederPetroli Italia, fa sapere di aver già lanciato nel 2011 l’allarme per le difficoltà dell’approvvigionamento energetico dell’Italia in Libia e che «oggi rischiamo un blocco totale delle forniture». «Già nell’Audizione parlamentare alla Camera dei Deputati dell’Aprile 2011 in merito alla criticità dell’approvvigionamento energetico dell’Italia in relazione alla crisi libica, avevamo informato il Governo sulla preoccupante situazione, chiedendo un intervento delicato e strategico per non avere ripercussioni violente sull’indotto petrolifero italiano. Questo non c’è stato, si è agito senza una chiara strategia ed oggi rischiamo un blocco totale delle forniture e la piena operatività petrolifera italiana in territorio libico, situazione già altalenante e con flussi non regolari in questi ultimi anni. Un paese principale fornitore per l’Italia di petrolio e parte di gas, una situazione che FederPetroli Italia aveva già annunciato da anni». «Il Califfato Islamico – continua Marsiglia – è solo l’ultimo arrivato, da anni è mancata una strategia geopolitica e di dialogo costruttiva con la Libia. L’Italia ha atteso nuove alleanze politiche interne nella speranza di stabilità, sempre con un distacco, sia prima che dopo la morte di Gheddafi. Dopo ben quattro anni, la situazione è solo peggiorata. Lo scenario è stato da noi monitorato continuamente, come facciamo con diversi Paesi del Medio Oriente e, non sono mancate comunicazioni di pericolo, ma sicuramente l’argomento non era di primaria importanza e adesso, situazione fuori cntrollo. Tutti i giacimenti sia onshore che offshore riteniamo siano a rischio».

 

Libia:diffuso video che mostrerebbe la decapitazione di egiziani cristiani(L’esecuzione di egiziani cristiani da parte dell’Isis. Foto da archivio LaPresse)

 

ISIS, SALVINI: «RENZI E ALFANO METTONO A DISPOSIZIONE NAVI E ALBERGHI» – Come ovvio, sono moltissime le razioni alla minaccia Isis in Nord Africa. Soprattutto dal mondo politico. «L’Isis – ha attaccato su Facebook il segretario della Lega Nord Matteo Salvini – sta organizzando lo sbarco di 200.000 immigrati. Renzi e Alfano collaborano, mettendo a disposizione navi e alberghi. E la Lega presenta un esposto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: i confini vanno difesi!». «Al presidente della Repubblica – ha dichiarato invece il leader di Sel Nichi Vendola dopo un incontro al Quirinale – abbiamo rappresentato l’imbarazzo che abbiamo provato nelle ultime ore, rispetto a dichiarazioni improvvide, in merito alla drammatiche questioni della guerra». «L’Isis – ha continuato il governatore pugliese – è una minaccia assoluta alla convivenza, alla democrazia, ai valori della nostra società e alla nostra vita quotidiana. Allora occorre davvero che gli organismi internazionali possano analizzare attentamente la situazione, perché la cosa che non possiamo fare è affrontare questa minaccia con improvvisazione e imprudenza, così come si è visto fare da parte di chi voleva dichiarare una guerra lampo alla Libia».

ISIS, RENZI: «NON È IL MOMENTO PER L’INTERVENTO MILITARE» – Il premier Matteo Renzi è intervenuto al Tg5 per dire che «non è il momento per l’intervento militare». «Apprezzo molto – ha dichiarato il capo del governo – che sulla poliica estera non ci siano divisioni dei partiti». «Vedremo che fare quando sarà il momento ma è bene che sulla sua situazione di politica estera delicata il paese non si metta a litigare». Il presidente del Consiglio Renzi in queste ore ha avuto anche un colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Al centro della conversazione ci sarebbe stata ovviamente la lotta al terrorismo, con particolare attenzione alla situazione libica e ai passi politci e diplomatici da compiere. Inoltre Renzi ha avuto un vertice a Palazzo Chigi con i ministri degli Esteri, Paolo Gentioloni, dell’Interno, Angelino Alfano, e della Difesa, Roberta Pinotti, e con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti. Nel corso dell’incontro è stato ribadito l’impegno italiano per una forte azione diplomatica in ambito Onu.

ISIS, LA SITUAZIONE IN LIBIA – A descrivere la situazione in Libia è stato l’ambasciatore italiano nel paese. «La situazione in Libia è certamente grave, ma non bisogna drmmatizzarla, e dire che Sirte e Tripoli siano in mano all’Isis è assolutamente sbagliato», ha detto Giuseppe Buccino stamane a Radio Anch’io. «Purtroppo in questa polarizzazione così forte, con due schieramenti che si fronteggiano e si dividono al loro interno, è chiaro che prevalga la logica ‘il nemico del mio nemico è mio amico’ ed è una logica pericolosissima che può portare a una rafforzamento del terrorismo estremo in Libia».

(Foto di copertina di Andrea Di Grazia da archivio LaPresse)

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