L’intervista del Corriere della Sera a Sara Tommasi: “Volevo essere Gerry Scotti”

22/06/2015 di Redazione

Sara Tommasi sta provando a curarsi e lo sta facendo nel verde di Chioggia, dove è stata raggiunta dal Corriere della Sera. «Come sto? Insomma, bene dài…» riferisce al quotidiano come se le fosse stata posta una domanda di cortesia. «Ho ripreso la mia cura da due settimane, l’avevo interrotta nei mesi scorsi. Per noi bipolari non è facile reinserirsi nella vita degli altri, e la mia era un po’ movimentata…»

SARA TOMMASI E L’EX SBAGLIATO

Una cura interrotta a seguito della frequentazione con il suo ex Andrea Diprè, che non ha bisogno di presentazioni

«Con lui è stata una sbandata, ci siamo lasciati tre settimane fa. I miei non lo accettavano, minacciavano di denunciarlo. I nonni mi chiamavano continuamente per dirmi che era una storia ridicola, di finirla. Io rispondevo che lo facevo per pubblicità, e poi non ero davvero io in quei filmati…»

Chi era quindi? Incalza la giornalista Elvira Serra

«Mah, non lo so… Non voglio dire di essere una brava ragazza, ma quelle cose erano dette così, erano funzionali alla filosofia di Diprè, alla sua dottrina…»

La conversazione vira poi sulla sua carriera professionale, dalla laurea alla Bocconi ai sogni realizzati e a quelli ancora nel cassetto.

«Entrare nel mondo dello spettacolo era il mio pallino da quando avevo 14 anni. Con quell’università mi garantivo il piano B: se non ci fossi riuscita, avrei provato con la carriera da manager»

Un minimo di celebrità, nel bene e nel male, la Tommasi in questi anni è riuscita ad ottenerla

«Certo, non avrei voluto così. Immaginavo un tipo pulito, alla Gerry Scotti, nemmeno come Alessia Marcuzzi, che ha troppo sex appeal, o Barbara D’Urso, troppo chiacchierata»

E ancora

«Se avessi una bacchetta magica cancellerei tutto, compreso il calendario di Max, perché mi ha precluso altre carriere, magari politica o imprenditoriale. L’Isola dei famosi, però, quella no, la terrei. Quando mi hanno detto che avrei partecipato, è stato uno dei giorni più belli della mia vita: da quel momento ti fermano per strada, ti riconoscono, ti fanno le feste…».

«Quando presi la maturità con 100/100 gli insegnanti dissero ai miei genitori che avrei potuto fare qualunque cosa. E quando discussi la tesi alla Bocconi – no no, senza scorciatoie, figuriamoci! -, il prof mi chiese davanti a loro qual era la mia vocazione; risposi il mondo dello spettacolo, e lui disse: sì sì, vada pure, ha tutte le carte in regola. Portai i miei a festeggiare al Just Cavalli».

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