Licenziata neomamma: 230 lavoratori entrano in sciopero alla Reggiani Macchine di Grassobbio

27/05/2017 di Redazione

Oltre 200 lavoratori della Reggiani Macchine a Grassobbio hanno deciso di incorciare le braccia in solidarietà a una collega, neomamma, licenziata perché la sua mansione «non esiste più». La sua storia la racconta oggi il Corriere della Sera, che racconta lo sciopero nell’azienda bergamasca:

Era da poco tornata alla sua scrivania dopo la maternità. Aveva lasciato dalla nonna i due figli piccoli, aveva organizzato i turni con il marito, sapeva di dover affrontare qualche difficoltà ma era tranquilla sul suo futuro: sedeva nell’ufficio che occupava da quindici anni e vedeva attorno a sé un’azienda in crescita. Fino a quando le è stata consegnata la lettera: «La sua mansione non esiste più, verrà aperta una procedura di licenziamento». Poche parole che hanno spalancato un baratro davanti alla giovane mamma che si è vista cancellare ogni prospettiva, e hanno scatenato la solidarietà dei suoi colleghi, subito scesi in sciopero.
Era tutto bloccato, ieri mattina, davanti ai 22 mila metri quadrati della Reggiani Efi, azienda di Grassobbio (hinterland
di Bergamo) fra i principali produttori di macchine per la stampa e il finissaggio del settore tessile. L’azienda ha
230 dipendenti e un fatturato intorno ai 100 milioni di euro.

Due anni fa la società è stata acquisita dalla californiana Electronics For Imaging, gruppo da 790 milioni di dollari di

fatturato e proprio la modalità di licenziamento, senza alcuna ricollocazione aziendale, ha fatto preoccupare tutti.
La lavoratrice, 36 anni, di Bergamo, impiegata nel settore pagamenti e rientrata al lavoro dopo la seconda maternità
lo scorso agosto, per ora – spiega il Corriere – preferisce non parlare: la procedura di licenziamento non è
ancora conclusa e teme di pregiudicare eventuali spazi di trattativa.

(in copertina ANSA/PAOLO MAGNI)

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