Licata, attentato al sindaco anti-abusivi. Che ora valuta se dimettersi

10/05/2016 di Redazione

Sta ricevendo solidarietà da molti colleghi amministratori il sindaco di Licata Angelo Cambiano, vittima di intimidazioni per il suo impegno nella lotta all’abusivismo e nella demolizione nel suo comune degli immobili privi di una licenza edilizia. Ieri un incendio ha distrutto la casa di campagna di suo padre Rosario, un insegnante in pensione di 65 anni. Quaranta sindaci dell’Agrigentino hanno deciso di darsi appuntamento per manifestare la loro solidarietà al primo cittadino in piazza oggi a Licata, dove è in programma una visita del ministro dell’Interno Angelino Alfano.

LICATA, GLI AMMINISTRATORI E IL MINISTRO VICINI AL SINDACO

Le fiamme sono state appiccate a meno di due giorni dalla partecipazione di Cambiano alla trasmissione domenicale di Raiuno L’Arena, condotta da Massimo Giletti, nel corso della quale aveva spiegato la normalità delle demolizioni degli immobili abusivi. I colleghi sindaci dell’agrigentino, attraverso Emilio Messana, parlano del primo cittadino di Licata come «ottima figura per la Sicilia e i suoi amministratori». «L’affermazione del diritto – affermano – crea scandalo, fa del suo primo cittadino un eroe, suo malgrado. Oggi saremo a Licata per manifestare la nostra solidarietà e l’indignazione. Alla comunità di Licata, profondamente offesa da questo vile attentato, la nostra vicinanza. Ad Angelo Cambiano il nostro incoraggiamento ad andare avanti nella difesa della nostra terra e dei valori della legalità».

«Lo Stato c’è, è forte e fa rispettare le proprie regole», sono state le parole di Alfano arrivando in piazza Progresso, davanti il Comune. «Abbiamo avuto proteste perché una squadra, composta dalla Procura della Repubblica, dal Comune di Licata e dalla Prefettura di Agrigento, ha semplicemente preteso che delle sentenze fossero eseguite. Noi siamo qui a dire che le sentenze si rispettano e si eseguono e siamo qui a ribadire una cosa molto importante e cioeè che, per il futuro, se non avvengono queste demolizioni ci saranno altre case abusive e che è finito il tempo della politica che coccolava gli abusivi per avere qualche migliaio di voti. Oggi è giunto il tempo della politica e delle istituzioni che fanno rispettare le leggi».

LICATA, LA BATTAGLIA PER LE DEMOLIZIONI DELLE CASE ABUSIVE

Angelo Cambiano, 34 anni, eletto a giugno 2015 con l’appoggio di tre liste civiche di centrodestra, sta portando avanti la sua battaglia insieme alla Procura di Agrigento. Lo scorso 7 ottobre è stato sottoscritto un protocollo d’intesa e si stanno portando avanti gli interventi di demolizione delle case abusive in contrada Torre di Gaffe. Un paio di settimane fa anche l’impresa aggiudicataria ha subito delle intimidazioni. Ma Cambiano in quella occasione è stato chiaro: «Questa città non si piega all’illegalità».

LICATA, L’ATTENTATO

Sull’incendio alla casa, formalmente intestata al padre del sindaco ma utilizzata da tutta la famiglia, la Procura ha subito aperto un’inchiesta. Secondo una prima ricostruzione investigativa, qualcuno poco prima delle 21 ha rotto una finestra, è entrato all’interno dell’abitazione ed ha cosparso gli interni di liquido infiammabile.

LICATA, L’IPOTESI DELLE DIMISSIONI

L’episodio potrebbe anche portare il primo cittadino alle dimissioni. «Farò una riflessione. I prossimi 5 o 6 giorni rifletterò. Non voglio essere un eroe. Ringraziando il cielo ho tutto. Se servire i propri territori significa rischiare la vita giornalmente, non ci sto», ha dichiarato stamane Cambiano, ovviamente preoccupato anche per l’incolumità della propria famiglia. «È tempo che alle parole seguano i fatti. Sono sovraesposto – ha detto ancora Cambiano -. Lo ha dimostrato anche la partecipazione alla trasmissione L’Arena. Gli ex proprietari degli immobili abusivi desideravano probabilmente che il sindaco dicesse che le case si potevano salvare, che la legalità non va rispettata. Avrebbero gradito questo. Ma, naturalmente, non è possibile».

(Foto da archivio Ansa)

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