La lettera della moglie di Fausto Brizzi: «In questo tribunale mediatico non ci sono garanzie»

La moglie di Fausto Brizzi, Claudia Zanella, ha inviato una lettera ai direttori di alcuni giornali, per commentare la bufera che ha colpito suo marito, accusato in tv da alcune donne di molestie sessuali.

Ho iniziato a fare l’attrice a 11 anni, oggi ne ho 38. In questi anni mi è capitato di sentire di tutto, racconti di molestie di produttori su attori e attrici, abusi di potere da parte di registi e casting (uomini e donne), avance ricevute poco gentili e decisamente fuori luogo. Ho anche conosciuto attori e attrici alla ricerca di notorietà a tutti i costi. Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profondamente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata.

«DAVANTI ALLA VIOLENZA O ALL’ABUSO DOBBIAMO DENUNCIARE, DAVANTI A UN APPROCCIO NON GRADITO DOBBIAMO RISPONDERE CON UN SECCO “NO”»

Questa la premessa della lettera della moglie di Fausto Brizzi, che subito dopo precisa:

Però deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all’abuso dobbiamo correre dai carabinieri e denunciare; davanti ad un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco ‘no’, e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell’ambiente del cinema, della televisione e della moda. Si può e si deve dire di NO davanti a una avance di un produttore o di un regista importante, se questo non ci piace. Perché la carriera si costruisce con il talento, lo studio, l’impegno, non a letto.

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LA LETTERA DELLA MOGLIE DI FAUSTO BRIZZI: «QUESTO TRIBUNALE MEDIATICO PUÒ DISTRUGGERE UN UOMO, SENZA ALCUNA GARANZIA»

Claudia Zanella parla anche del rapporto con suo marito: in questi giorni in molti hanno vociferato che tra i due ci sia una crisi coniugale in atto. Un dettaglio su cui la lettera della moglie di Fausto Brizzi non si sofferma, chiedendo implicitamente della privacy, per affrontare i problemi a tu per tu. In ogni caso – ribadisce – in questo momento lei vuole stare vicina al suo compagno, «imputato in tribunale mediatico, che – senza alcuna garanzia – può distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza».

Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto in questi giorni perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi spiace anche perché a prescindere dal fatto che l’imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali.

«SE MIO MARITO HA AVUTO RAPPORTI CON ALTRE DONNE NEL CORSO DEL NOSTRO MATRIMONIO, VOGLIO PARLARNE DA SOLA CON LUI»

Mio marito ha ribadito, più volte, di non aver mai avuto rapporti non consenzienti. In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza. Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato, come è giusto che sia. Devo capire se come moglie mi ha mancato di rispetto. Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio.

LA LETTERA DELLA MOGLIE DI FAUSTO BRIZZI: «VIVO BARRICATA IN CASA, COSÌ ANCHE IO E MIA FIGLIA SIAMO VITTIME DI VIOLENZA SULLE DONNE»

E infine la lettera della moglie di Fausto Brizzi si sofferma sull’inferno che anche lei e la figlia avuta dal regista stanno passando in questi ultimi giorni, «anche questa una violenza sulle donne».

Sono barricata in casa da 5 giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche questa può essere considerata violenza sulle donne: in questo caso io e mia figlia.

Foto copertina: ANSA/GIORGIO ONORATI

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