L’erroraccio di Beppe Grillo che fa capire molte cose

Oggi alla Casaleggio Associati qualcosa è andato ancora più storto del solito. Quando Beppe Grillo scrive sul blog di economia, il lirismo dei testi supera quasi sempre la veridicità economica. Con il rinvio del pareggio di bilancio strutturale al 2016 il governo Renzi ha però tolto, almeno in parte, qualche argomento per la retorica anti UE e anti Fiscal Compact che caratterizza ancora di più il MoVimento 5 Stelle a poche settimane dalle Europee. L’Italia però rimane ancora un paese fallito secondo Beppe Grillo, nonostante lo spread in calo, la ripresa economica (decisamente insufficiente, ne conveniamo) dopo due anni di recessione e qualche timidissimo segnale di speranza dopo i mesi più cupi di fine 2013. La tesi di Grillo, alla luce del maxi debito e di tante altre carenze economiche e sociali del nostro paese, potrebbe pure essere presa in considerazione, se il Semplice Portavoce del M5S non postasse un clamoroso errore.

Lo Stato italiano spende circa 800 miliardi di euro ogni anno. Di questi, 100 sono di interessi sul debito, senza questa zavorra avremmo un avanzo primario. Le entrate sarebbero superiori alle spese nonostante gli sprechi, che comunque sono enormi, tra i 100 e i 150 miliardi. Stiamo morendo di debito, di interessi sul debito, di crescita esplosiva del debito.

La frase di Grillo è completamente sballata. L’Italia spende circa 800 miliardi ogni anno, ed è altrettanto vero che 100 miliardi – un po’ di meno ora, ma la semplificazione della cifra non falsa il dato – vengono spesi per ripagare gli interessi sul nostro corposo stock di debito. Non è però assolutamente vero che senza la zavorra degli interessi avremmo un avanzo primario. L’avanzo primario è proprio il modo di calcolare l’andamento delle entrate e delle spese  al netto degli interessi sul debito. L’Italia ha già un avanzo primario, che nel 2013 è stato pari al 2,2% del Pil, quindi  pari a circa 30, 35  miliardi di euro.

beppe grillo avanzo primario 1

Come si vede dal grafico elaborato dall’Istat/Bildberberg, l’Italia raggiunge ormai strutturalmente l’avanzo primario. Sono ormai circa vent’anni che il nostro paese ha i conti a posto, sempre però al netto del debito. Ovvero il nostro bilancio non è in equilibrio per colpa del massiccio stock di debito che dobbiamo rinnovare ogni anno per finanziare le nostre attività. Sul debito tutti i soggetti economici sono costretti a ripagare interessi, visto che i creditori prestano denaro solo dietro corrispettivo di un ritorno economico. Nel mondo reale, quantomeno. Senza il peso di questi interessi avremmo già ora un surplus di bilancio, che ci consentirebbe di poter ridurre la pressione fiscale oppure fare alcuni interventi economici impossibili a causa delle risorse mancanti, inghiottite dal costo del debito. L’errore di Grillo dimostra la gravità, e per certi versi l’estrema pericolosità, dell’antipolitica e della demagogia. Il combinato populista rischia di generare mostri peggiori della stessa situazione che ha generato questi sentimenti, comprensibili, di rabbia incapace però di dare alcuna risposta. L’alternativa ai supposti ladri non possono essere gli incapaci persino di leggere un bilancio di un paese.

 

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