L’Egitto rade al suolo Rafah per sigillare Gaza

22/09/2015 di Redazione

Il regime di al Sisi procede nell’intento di sigillare Gaza con il pretesto che dalla città palestinese arriverebbero le armi per l’ISIS nel Sinai. Il piano prevede l’eliminazione della città egiziana di Rafah e la costruzione di un’enorme e profonda barriera.

PER L’EGITTO VA TUTTO BENE –

Secondo il governo egiziano non ci sono problemi, l’operazione rispetta le leggi e gli standard internazionali e gli abitanti di Rafah, la città che sorge al confine con la Striscia di Gaza, sono d’accordo nel trasferirsi altrove per contribuire alla sicurezza nazionale. Le armi all’ISIS nel Sinai però non arrivano da Gaza, dove semmai le importano più che esportarle. Su questo punto sono concordi anche gli israeliani che parlano di armi provenienti dalla Libia o catturate allo stesso esercito egiziano, e quindi la vera ragione di questo pazzesco intervento rimane quella di sigillare il confine con Gaza, che già il regime di Sisi apre solo occasionalmente.

PER HRW L’EGITTO COMMETTE CRIMINI GRAVISSIMI –

A questo scopo HRW ricorda che le truppe egiziane hanno ricevuto addestramento e sofisticati strumenti dagli americani proprio per individuare i tunnel, ma che non li hanno nemmeno usati, preferendo invece distruggere la città. Si vogliono bloccare i tunnel e a questo scopo si prevede di spianare Rafah, dove sbucano i tunnel, e di creare una terra di nessuno e un profondo canale parallelo al confine da riempire con acqua di mare, che dovrebbe servire come ulteriore ostacolo ai tunnel. Finora sono state sfollate almeno 3.200 persone, che hanno ricevuto un modesto indennizzo e nessun alloggio alternativo e sono state distrutte 6 scuole, senza fornire alternative agli scolari.

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VIOLATI I DIRITTI UMANI E LE LEGGI DI GUERRA –

Probabilmente gli sfollati sono anche di più, visto che ormai sono stati distrutti 3.255 edifici tra residenziali e commerciali, ma in Egitto c’è la censura militare e chi fiata contro il governo va in galera o peggio, non c’è da stupirsi che non si lamenti nessuno. Una palese violazione dei diritti umani e delle convenzioni sottoscritte dallo stesso Egitto, ma anche delle leggi di guerra secondo Human Rights Watch, che ricorda al mondocome il piano preveda la cancellazione dell’intera città di Rafah, che conta 78.000 abitanti.

 

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