Le terribili testimonianze dei migranti «picchiati e a digiuno» verso l’Italia

Oggi La Stampa offre un reportage a cura di Raphael Zanotti che riporta le storia dei migranti, il loro approdo in Sicilia e poi il pullman verso il Piemonte.

«La prima cosa che facciamo, quando arrivano, è togliere loro la fascetta con il numero che gli mettono i militari. “Siete esseri umani, noi vi chiamiamo per nome”». Centro Settimo Torinese, Croce Rossa Italiana. Francesca Basile ha 30 anni ed è la coordinatrice del campo. Sono le 13.30 quando arrivano due pullman con i primi 79 profughi dei 700 annunciati in Piemonte.

LEGGI ANCHE: Come vengono fatti sparire i «migranti» di Lampedusa

MIGRANTI: I FRATELLI, LA FASHION DESIGNER – Ci sono i fratelli Fofana. «Perché siamo scappati? Per i ribelli. Erano arrivati nella capitale».

«Siamo rimasti lì per mesi – racconta – Non avevamo soldi, dormivmo in strada. Se mangiavamo il mattino, era tanto se riuscivamo a mangiare la sera del giorno seguente». Una condizione insostenibile. Poi è arrivata la polizia libica. «Ci dava la caccia, ci pestavano di continuo, dovevamo imbarcarci»

E poi c’è Princess Angel, 27 anni, fashion designer:

Ho perso mio padre, mia madre è morta a gennaio. C’era troppa violenza, sono scappata

A Settimo Torinese – spiega il quotidiano torinese – 132 ospiti sono inseriti nel piano Sprar

I soldi per il loro mantenimento, 30 euro al giorno, arrivano dal Servizio Centrale. Sono quelli che l’Ue dà all’Italia proprio per i programmi di integrazione. Sono previsti altri arrivi? «Siamo al limite. Se aumenteranno, come sembra, bisognerà che cambi qualcosa»

(In copertina foto di migranti a Lampedusa. MAHMUD TURKIA/AFP/Getty Images)

Share this article