“Vi presento le figlie dell’Iran”

Il Guardian racconta come un ritrovamento casuale sia stato in grado di fornire informazioni sull’epoca dimenticata dell’Iran e del tempo antecedente alla rivoluzione.

IL CASO – Nel 2005 Shokri Najaf si stava recando al lavoro come al solito quando la sua attenzione è stata rapita dal bidone della spazzatura dove all’interno giacevano vecchi documenti datati 1942. La scoperta delle carte di identità ha rappresentato per Najaf venire a contatto con “una fossa comune”. “Sarebbe potuto finire tutto nel dimenticatoio, senza lasciare tracce”.

guarda le immagini:

IL PROGETTO – Najaf ha deciso di fare del ritrovamento un progetto artistico, chiamandolo “Daughters of Iran“, “Figlie dell’Iran“. Le immagini sono prive del nome o informazioni personali, tutta l’attenzione è per i volti e per come si presentano: la posizione di fronte alla macchina da presa, le acconciature, il trucco, gli abiti ma anche lo stile fotografico del tempo.

I DOCUMENTI – “Prima della sostituzione con i documenti attuali – spiega il Guardian – i documenti di identità iraniani erano formati da quattro pagine senza fotografie . La foto veniva richiesta per scopi legali come il matrimonio o l’ingresso all’università o per il voto. Anche se i documenti sono stati rilasciati nel 1942, riguardano il periodo compreso tra la fine degli anni ’50 e gli anni ’70 e la maggior parte delle donne aveva aggiunto la foto”. Tra gli anni ’50 e la fine dei ’70 il ruolo della donna iraniana  ha subito una notevole trasformazione, le donne hanno avuto accesso all’istruzione e al mercato del lavoro. “Si può vedere la storia dell’epoca in questi volti” ha raccontato Shokri. “Molte di queste donne provenivano da famiglie rurali e piccoli paesi ma hanno sposato uomini di città. La popolazione era in espansione e la vita stava cambiando. La mia intenzione era quella di trasformare i documenti privati in patrimonio pubblico. Le figlie dell’Iran ci ricordano un passato – non così lontano – in cui il Medio Oriente aveva un volto diverso”.

 

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(Photo Credit/Guardian)

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