Le lavoratrici di un call center pagate 33 centesimi all’ora (con i tagli per chi va in bagno)

20/12/2017 di Redazione

Appena 33 centesimi per ogni ora di lavoro. È una paga che si può tranquillamente definire disumana quella denunciata da un sindacato in Puglia e che si sarebbero trovate in busta paga alcune lavoratrici di un call center. A scoprirlo è stata la Slc Cgil di Taranto che ha raccolto la denuncia delle dipendenti sfruttate. L’azienda avrebbe effettuato un bonifico di 92 euro per un mese di lavoro con tagli al compenso anche in caso di assenza, di soli tre minuti, dalla propria postazione per andare in bagno.

A Taranto al lavoro in un call center per 33 centesimi all’ora, 92 euro al mese

Come racconta oggi La Gazzetta del Mezzogiorno le lavoratrici avevano ricevuto la promessa di 651 euro lordi al mese. I pagamenti ammontavano da un minimo di 33 centesimi a un massimo di 1,18 euro all’ora. Ora le donne chiedono una tutela legale. Il Sindacato lavoratori comunicazione presenterà un esposto-denuncia alla procura di Taranto e all’Ispettorato del lavoro. «Ci hanno assunto alla metà di ottobre con un contratto da 651 euro euro lordi mensili. Dopo le firme abbiamo chiesto di vedere gli originali ma non ce li hanno mai dati», hanno raccontato. Dopo 60 giorni, poi, c’è stato lo choc della prima busta paga. «Non credevo ai miei occhi – è il racconto di una delle lavoratrici -. Il totale era di appena 92 euro, ovvero 33 centesimi all’ora. Di fronte alle mie rimostranze, la responsabile del personale mi ha spiegato che avevano sottratto dal pagamento tutte le ore in cui ero arrivata in ritardo o andata in bagno. Non ce l’ho fatta più e mi sono rivolta subito al sindacato». Il sindacato chiede ora anche un incontro con il Comune per sottoscrivere un protocollo di legalità relativo ai call center» e valuta la possibilità di chiedere l’estensione ai call center delle stesse protezioni contenute nella legge sul caporalato.

(Foto: ANSA / FRANCO SILVI)

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