No, Laura Boldrini non dice di abbattere le opere del fascismo

12/07/2017 di Donato De Sena

Su Libero Marcello Veneziani spiega che Laura Boldrini «imita l’Isis» perché «intende eliminare opere architettoniche». Il Giornale la critica sostenendo «se la prende anche con l’arte del nostro Paese». Ieri Il Tempo ha affermato che lei «vuole le ruspe». La stampa di centrodestra non risparmia attacchi alla presidente della Camera, dopo le sue affermazioni su edifici e monumenti del periodo fascista che – dice la terza carica dello Stato – creano «disagio» a chi ha combattuto contro il regime.

COSA HA DETTO LAURA BOLDRINI SUI MONUMENTI E SIMBOLI FASCISTI

La Boldrini viene accusata di aver proposto abbattimenti di palazzi o comunque la demolizione di ogni simbolo dell’era fascista. Ma ha davvero detto questo? In realtà, no. Come dimostra il video della sua dichiarazione, pubblicato su YouTube dall’agenzia di stampa Vista, la presidente della Camera ha parlato di persone, come i partigiani, che si sentono «colpite» o «offese» dai simboli del fascismo. «Io rispetto la loro sensibilità», ha detto. «Ma non possiamo sottovalutare il fatto che ci sono alcune persone che hanno dedicato la loro giovinezza a liberare il nostro Paese che si sentano poco a loro agio quando passano sotto certi monumenti». Quello che ha innescato la polemica nei confronti della Boldrini è stato certamente il riferimento alla Germania, «dove – ha dichiarato la presidente della Camera – i simboli del nazismo non ci sono più». Ma va precisato che non è mai stato fatto riferimento a ruspe o cose simili. Questa la dichiarazione integrale:

«Ci sono persone che si sentono colpite da questo, a volte anche offese. Quando ho accolto i partigiani alla Camera in occasione del 70esimo anniversario della liberazione, alcuni di loro hanno evidenziato questo stato di cose, dicendo che altrettanto non accade in Germania, dove i simboli del nazismo non ci sono più. Questi vecchi partigiani si sentono ancora offesi. Io rispetto la loro sensibilità. È evidente che in Italia questo passaggio non c’è stato, in Germania c’è stato. Non possiamo nemmeno sottovalutare il fatto che ci sono alcune persone che hanno dedicato la loro giovinezza a liberare il nostro Paese che si sentano poco a loro agio quando passano sotto certi monumenti».

Insomma, più che una richiesta di eliminazione, le parole della Boldrini sembrano una presa d’atto di un «disagio» e di diverse scelte di Germania e Italia. Anche se, in realtà, non è neanche vero che «i simboli del nazismo non ci sono più» a Berlino e altre città tedesche. O meglio, se sono stati rimossi dei simboli nazisti non sono state certamente rimosse le opere architettoniche dell’epoca (che stando ai titoli dei giornali la presidente della Camera vorrebbe rimuovere). Quelle opere ci sono, eccome. Tra le più note l’edificio del Ministero dell’aviazione a Berlino, lo Stadio Olimpico, l’Accademia della educazione della gioventù a Braunschweig, la Casa dell’Arte a Monaco di Baviera. Resteranno ancora in piedi, proprio come il Palazzo della civiltà Italiana all’Eur, il Colosseo Quadrato, e altri edifici simbolo costruiti dalle nostre parti.

(Foto: ANSA / ANGELO CARCONI)

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