Lara Comi spiega perchè aveva assunto la madre come assistente

08/03/2017 di Redazione

Lara Comi ha assunto sua madre come assistente quando è stata eletta deputata del Parlamento europeo nel 2009. La collaborazione con un parente stretto era però vietata dall’assemblea legislativa dell’UE, e l’infrazione ha causato una sanzione per l’utilizzo irregolari dei rimborsi. L’eurodeputata di Forza Italia ha spiegato in un’intervista de La Repubblica i motivi per cui aveva assunto sua madre.

Ero giovane, avevo solo 26 anni, non conoscevo nessuno a Bruxelles, e avevo bisogno di una persona di fiducia. Mia madre è insegnante di italiano, mi preparava i discorsi, seguiva la mia agenda. Si è messa in aspettativa non retribuita per seguirmi.

Lara Comi evidenzia come sua madre l’abbia aiutata per un anno, poi quando si è ambientata a Bruxelles l’eurodeputata di Forza Italia ha assunto persone che lei definisce normali. L’errore dell’assunzione, spiega Comi, è stato commesso dal suo commercialista, che pensava che ci fosse un periodo transitorio di un anno dopo il divieto di collaborazione imposto nei confronti dei parenti più stretti degli eletti al Parlamento UE.

Come figura pubblica rispondo personalmente del debito contratto con l’UE. Ho già anticipato una prima tranche, il resto me lo tolgono tutti i mesi dallo stipendio di parlamentare. Finirò di pagare nel 2019.

La somma complessiva che Lara Comi deve rimborsare all’UE è circa 126 mila, il compenso annuale erogato a sua madre, inclusivo delle tasse versate. Il caso che riguarda Lara Comi è una delle sei verifiche sui rimborsi sospetti che Olaf, l’agenzia contro le truffe dell’UE, sta conducendo sui parlamentari italiani. Comi è già stata condannata per l’assunzione irregolare, mentre altri hanno contestato le accuse rivolte.

Foto copertina: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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