Lago di Bracciano, la Raggi fa ricorso contro l’ordinanza di Zingaretti che diminuisce i prelievi

Continua nel Lazio la guerra dell’acqua: una settimana fa il presidente Zingaretti ha emesso una nuova ordinanza che – a differenza della precedente – non bloccava le captazioni dal lago di Bracciano da parte di Acea, ma le diminuiva progressivamente, fino a interromperle a partire da settembre. Sembrava così rientrata l’emergenza siccità a Roma e scongiurato il rischio razionamento dell’acqua per i cittadini della capitale, ma evidentemente per la sindaca Raggi il dietrofront di Zingaretti non è bastato: ora la prima cittadina ha presentato un ricorso al Tribunale delle Acque in via cautelare contro la seconda ordinanza della Regione.

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IL RICORSO DELLA LA RAGGI AL TRIBUNALE DELLE ACQUE, PER FAR PROSEGUIRE LE CAPTAZIONI DAL LAGO DI BRACCIANO

A rendere noto il ricorso della Raggi è stato il deputato Pd Emiliano Minnucci, ex sindaco di Anguillara, uno dei comuni che si affacciano sul lago di Bracciano. Ecco quello che scrive sul suo sito:

Questa mattina ho appreso che la Sindaca di Roma, attraverso un ricorso al Tribunale delle Acque, si è appellata contro la seconda e ultima ordinanza emanata dal Presidente Zingaretti attraverso la quale è stato scongiurato il razionamento del servizio idrico a Roma e, di conseguenza, confermato il proseguimento delle captazioni a Bracciano fino al prossimo 31 agosto. Per la Raggi i prelievi non solo non devono essere bloccati a fine mese ma devono perdurare nel tempo e senza regole secondo le esigenze esclusive di Acea. Con quest’ultimo atto la Raggi insulta i nostri territori e calpesta quel punto di complicato compromesso che la Regione Lazio era riuscita a individuare.

MINNUCCI (PD): «PER VIRGINIA RAGGI IL LAGO DI BRACCIANO DEVE MORIRE»

Minnucci, che lunedì scorso ha organizzato a Roma una manifestazione in difesa del lago di Bracciano, è duro con la Raggi anche su Facebook: «Per Virginia Raggi il Lago di Bracciano deve morire. Ha fatto ricorso anche contro l’ultima ordinanza di Zingaretti. Vuole mano libera per Acea. È un atto criminale», scrive postando l’articolo in cui denuncia il ricorso della sindaca grillina.

La Raggi dovrebbe ricordarsi che oltre a essere sindaco di Roma è anche Presidente della Città Metropolitana e, in quanto tale, dovrebbe tutelare anche tutti i cittadini dei 120 comuni dell’ex Provincia di Roma. In questo caso, però, Virginia Raggi non ha svolto né il ruolo da Sindaco né tantomeno quello da Presidente: interessandosi completamente agli interessi di Acea, la Raggi ha dimostrato e sta dimostrando di voler tutelare esclusivamente gli interessi di quella società di cui detiene le quote di maggioranza. Una vergogna inaudita che deve essere denunciata da tutti a partire dalle amministrazioni locali del lago di Bracciano e dalla stessa Regione Lazio che, così come sostenuto in questi giorni, deve provvedere immediatamente all’istallazione di un contatore delle captazioni, in modo da rendere trasparente a tutti l’attività svolta da Acea. Già non ci fidavamo prima, figuriamoci adesso dopo quest’ultimo ricorso presentato dalla pseudo Sindaca di Roma.

lago di Bracciano

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