La ragazza suicida come Carolina Picchio

Lo scorso settembre, durante il lungo weekend festivo del Labor Day, la 15enne Audrie Pott decide di andare a una festa, organizzata da una suo compagno della Saratoga High School, un piccolo liceo suburbano non lontano dal quartier generale di Apple, in California. Quella sera, Audrie e i suoi amici bevono un po’ troppo: un miscuglio di alcool e Gatorade. La ragazzina non si sente troppo bene e decide di andare a stendersi in una camera da letto al piano superiore. Quello che è successo dopo è finito sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo, lasciando la sua famiglia nella disperazione. Perché in quella camera da letto Audrie è stata aggredita e il video è stato pubblicato in Rete: dopo la violenza subita, Audrie è diventata vittima dei cyberbulli. La scuola si è rifiutata di intervenire e la ragazzina si è impiccata nel bagno di casa sua otto giorni dopo la violenza.

Photocredit: BuzzFeed
Photocredit: BuzzFeed

“LA MIA VITA È ROVINATA” – La storia di Audrie Pott, raccontata da BuzzFeed, suona tragicamente simile a quella della quattordicenne piemontese Carolina Picchio anche nella sua evoluzione: dopo una lunga indagine e il sequestro di tredici telefoni cellulari, gli inquirenti hanno stretto il cerchio attorno a tre ragazzi, ancora minorenni, accusati di aver violentato la ragazza e di averne poi diffuso i filmati sul Web. “Tutta la scuola lo sa, la mia vita è rovinata” scriveva Audrie su Facebook. Dopo aver ripercorso la vita digitale della figlia, i genitori si sono convinti che Audrie avrebbe commesso questo tragico gesto perché sul web circolavano alcune sue foto che la ritraevano in atti sessuali espliciti. “Se non ci fosse stata la violenza, se non ci fossero stati i bulli, Audrie sarebbe in classe, ora”.

Guarda le foto:

“PER AUDRIE ERA DIVENTATA UN’EPIDEMIA”  – Ma la straziante tesi dei genitori della ragazzina è ora messa in discussione da parecchi suoi compagni di classe, che affermano che quelle foto, in realtà, non sarebbero circolate in modo virale e che in pochi le avrebbero viste. Oltretutto, l’enfasi data alla questione dei cyberbulli  sposterebbe l’attenzione da un fatto molto più grave: la violenza sessuale subita da Audrie. “Non abbiamo idea di quante foto siano state scattate quella notte, né di quante persone le abbiano viste – racconta Samuel Liu, uno studente della Saratoga High Junior che, insieme ad alcuni compagni del giornalino scolastico ha condotto cinquanta interviste tra gli studenti della scuola. Per la madre, però, questo particolare non ha importanza: “Non mi importa se lo sapevano in dieci o in cento, per Audrie la cosa era diventata un’epidemia”.

LE ACCUSE ALLA SCUOLA – Secondo i legali della famiglia Pott, dopo essere salita al piano superiore per dormire, Audrie sarebbe stata seguita da tre ragazzi che avrebbero commesso “violenze inimmaginabili”, mentre lei si trovava in stato di incoscienza. Sotto accusa anche la scuola frequentata da Audrie, accusata di non aver fatto nulla quando le foto di quella sera sono diventate pubbliche, lasciando la ragazzina sola nella sua disperazione, senza che sapesse come comportarsi. La scuola ha rigettato ogni accusa, sostenendo di non essere responsabile dell’accaduto, dal momento che il fatto era successo lontano dalle mura scolastiche.

 

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LA VIOLENZA – Alcuni giorni fa si è svolta una veglia in memoria di Audrie. In molti hanno parlato del cyberbullismo, mentre lo stupro è rimasto innominato fino alla fine della serata, quando una donna ha preso la parola e ha dichiarato di essere stata violentata all’età di 12 anni: “Non avevo nessuno a cui dirlo e posso immaginare quanto fosse spaventata Audrie. Non sarei stata in grado di dire a nessuno quello che stavo passando”. Su un grande cartellone pieno di dediche per Audrie, qualcuno ha scritto con un pennarello rosa: “Hai creduto di fare la scelta giusta, ma sappi che tutti i tuoi amici sentono la tua assenza”.

(Photocredit: LaPresse)

 

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