La mappa di quelli che volevano commemorare Mussolini

Mussolini, tutti quelli che vogliono commemorarlo nel giorno della sua morte ed esposizione in piazzale Loreto a Milano: da Reggio Calabria ad Alessandria, passando per Catania e Cremona, i neofascisti italiani si raccolgono in messe e veglie di preghiera per commemorare il dittatore morto a Mezzegra proprio il 28 aprile del 1945, ed esposto nei giorni successivi a Piazzale Loreto a Milano. I revanscisti e nostalgici del ventennio chiedono, e in molti casi ottengono, da sacerdoti cattolici una messa in commemorazione di Benito Mussolini.

MUSSOLINI, CANCELLATA LA MESSA IN SUFFRAGIO

Non così a Reggio Calabria: la Curia guidata da Giuseppe Morosini ha negato l’autorizzazione alla celebrazione di una messa in suffragio del duce presso una chiesa del centro città; il movimento autonomista Alleanza Calabrese ha riconvocato la manifestazione, in ogni caso, in una piazza della città.

REGGIO CALABRIA A.D.2015IL DUO MOROSINI-FALCOMATA’ HA ANCORA PAURA DI UN UOMO ASSASSINATO SETTANTA ANNI…

Posted by Alleanza Calabrese on Lunedì 27 aprile 2015

A Catania invece si terrà regolarmente la messa nella parrocchia di Santa Maria della Guardia; la struttura religiosa è stata imbrattata da “insulti al fascismo e simboli del comunismo, come falce e martello”, vi sono state lasciate anche “bottiglie piene di urina”: “Come sinceri antifascisti abbiamo deciso di ‘sanzionarè il luogo in cui si dovrebbe tenere la messa per il Duce”, ha rivendicato il gruppo Antifa di Catania; sul fatto indaga la Digos.

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MUSSOLINI, ANCORA DEI “PRESENTE” IN GIRO PER L’ITALIA

Selvaggia Lucerelli ha diffuso il manifesto di una messa in suffragio per Mussolini ad Alessandria, tenuta in duomo.

Anche a Cremona “Presente” dei neofascisti sulla tomba del gerarca fascista Nicola Farinacci, due giorni fa, dopo la messa celebrata da Don Oreste Mori nonostante la contrarietà del vescovo locale.

Dopo la messa, celebrata dalle 10 da don Oreste Mori, sul sagrato della chiesa ha preso la parola l’organizzatore, Gianalberto D’Angelo, che in un breve discorso ha attaccato il vescovo Dante Lafranconi e Gianluca Galimberti. Al sindaco, «che ci vieta di esporre simboli e di intonare inni», D’Angelo ha replicato così: «Egregio professore di ginnastica, io, da fascista, me ne frego e saluterò romanamente sulla tomba di Farinacci»

Così racconta La provincia di Cremona.

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