La macchina che svela i pensieri di Stephen Hawking

Stephen Hawking è riconosciuto a livello mondiale come una delle persone più intelligenti del mondo. Il fisico inglese soffre dal ventiduesimo anno di età di una grave forma di atrofia muscolare progressiva che da oltre 30 anni lo ha privato anche della capacità di parlare. Ora grazie ad un dispositivo chiamato iBrain si può iniziare a leggere cosa dice il suo cervello.

 

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NELLA MENTE DI HAWKING – La grave atrofia muscolare progressiva che ha prima immobilizzato e poi tolto udito e voce al genio della fisica Stephen Hawking potrebbe togliergli la possibilità di comunicare col mondo. Lo scienziato inglese comunica i suoi pensieri tramite un computer che trasforma i movimenti della sua guancia destra e dell’occhio in segnali infrarossi che si muovono su una tastiera, componendo così le parole che vuole comunicare. L’avanzamento della malattia però potrebbe completamente paralizzare Hawking, che sta sperimentando con un giovane neurologo dell’Università di Stanford un sistema con il quale potrà ancora comunicare col mondo. Settimana prossima iBrain sarà presentato a Cambridge, alla presenza del fisico, che sta testando questo nuovo strumento, basato sulla ricezione delle onde elettriche del cervello, che potrebbe permettergli di continuare a parlare con gli uomini grazie ad uno sguardo nella sua mente.

COME FUNZIONA iBRAIN – Il curatore del progetto di supporto a Hawking, Philip Low, spiega a Die Welt come funziona il nuovo strumento di comunicazione, che potrebbe facilitare la vita di chi soffre di gravi disturbi mentali. L’esperimento è nato proprio a casa di Hawking a Cambridge, su esplicita richiesta di aiuto del fisico inglese, preoccupato dal progredire inesorabile della malattia che l’ha ormai quasi completamente paralizzato. Low spiega come i primi test, effettuati nel novembre scorso, non abbiano dati esiti positivi, ma poi grazie alla fascia che riceve le onde elettriche del cervello sono stati colti i primi impulsi. iBrain fa lo scanning permanente delle attività cerebrali, e misura continuamente i dati in qualsiasi condizione della persona. La macchina però non raccoglie le singole parole, perchè questo segnale, come rimarca Low, sarebbe troppo debole. Al contrario, il dato viene raccolto tramite la capacità di immaginazione di Hawking. Lo scienziato di Stanford spiega come sia stato chiesto al fisico inglese di pensare situazioni per lui impossibili come camminare nella stanza o giocare a calcio. Attraverso questi pensieri iBrain può raccogliere dati che sicuramente provengono dagli impulsi di Hawking, e non siano segnali di disturbo della sua muscolatura.

ESPERIMENTO INIZIALE – Grazie ai biosegnali raccolti iBrain è in grado di immagazzinare dati che poi verrano rielaborati come passo successivo in sillabe e parole. Al momento vengono visualizzati su un monitor attraverso la funziona di scanner permanente di iBrain. I primi risultati, che sono stati poi utilizzati anche per il progetto di Hawking, sono stati raccolti grazie allo studio sull’uccello diamante mandarino. Grazie alla nuova tecnica, sperimentata senza l’impianto di elettrodi, è stato possibile avere un modello che è stato poi trasferito per lo studio con Hawking. Low rimarca come anche una microcamera che raccolga i movimenti della testa potrebbe permettere al fisico inglese di continuare a comunicare, ma prima o poi il genio di Cambride è convinto che sarà troppo stanco anche per fare questo. Ecco perchè secondo Low iBrain potrà permettere una tecnica innovativa che sarà capace di far comunicare le persone che soffrono dei più gravi disturbi mentali.

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