La Gabbia con Alfonso Bonafede

LA GABBIA, QUANDO LA BANCA TI PRENDE LA CASA – Vengono proposti due servizi relativi alle banche. Si racconta la storia di un imprenditore emiliano che si è visto portare via immobili per otto milioni di euro per un debito di 340.000 euro. Ed i suoi immobili sono stati acquistati all’asta da un’immobiliare della banca che poi potrà piazzare le stesse a prezzi di mercato. Poi ci sono le storie dei dipendenti che vengono licenziati in ottica di ristrutturazione con il taglio delle filiali. Vittorio Saccoman, ex dipendente, dice che è problematico parlare di esuberi quando loro non si tolgono nulla. Ed è difficile credere alla buoniscita di Alessandro Profumo che ha ricevuto 40 milioni di euro da Unicredit nonostante il suo lavoro. Saccoman dice che se c’è crisi questa vale per tutti ed è giusto che tutti debbano condividere le difficoltà. Antonio Patuelli, a capo dell’Abi, disse che gli esuberi sono causati dalla crisi. Alla Fabi, nella figura di Lando Maria Simeoni, segretario del sindacato bancario, dice che col il prezzo di un banchiere si potrebbero trovare posto a migliaia di giovani e che loro nel nuovo contratto sperano di mantenere i livelli occupazionali. All’Abi hanno bloccato l’ingresso del giornalista e di tre ex dipendenti. Saccoman vorrebbe chiedere a Patuelli perché i manager incapaci sono al loro posto mentre i dipendenti vengono posti in esubero. Si torna in studio presentando Matteo Salvini e Diego Fusaro. Si comincia da quest’ultimo che interpellato su chi ha ucciso il lavoro, dice che si tratta del trionfo del capitalismo che porta a compimento la lotta di classe distruggendo le conquiste sociali conquistate negli anni. Ed è anche colpa della sinistra che ora lotta per il capitale e non più contro il capitale. E bisogna ripartire da Marx e da Gramsci per il lavoro ed i diritti degli ultimi che non devono essere calpestati ed umiliati dalla precarietà. Rabino, ex bancario, dice che ci sono due tipe di banche, una del territorio ed una del capitalismo. La Amurri interviene parlando del caso di una banca del territorio come Banca delle Marche salvo essere zittita da Paragone dicendo che non si tratta di una banca cooperativa.


Parlando del lavoro in banca, secondo Rabino non è giusto vedere che ci sono banche che sfruttano la sofferenza con un’azienda che compra le case all’asta e che bisogna lavorare per tutelare il lavoro dimenticando il profitto a tutti i costi. Alfonso Bonafede fa i complimenti al programma che con i suoi servizi fa una fotografia del Paese. E pensando a quello che è emerso contro le banche ed il regalo alle banche di 7,5 miliardi, il Pd e Sel cantavano Bella Ciao. E chiedendosi chi ha ucciso il lavoro, nessuno individua mai i responsabili. I nomi sono sempre quelli ma nessuno fa i nomi. E parlando di lavoro e di contratti a termine, il lavoratore sarà sempre sotto il ricatto del datore di lavoro che per tre anni farà valere la sua legge. Parte un servizio che si occupa della Lucchini di Piombino, della sconfitta per gli operai della fabbrica che dà lavoro ad un abitante su quattro e per l’azione del gruppo d’investimento Blackrock i cui rappresentanti hanno incontrato nei giorni scorsi Matteo Renzi.

LA GABBIA, TRE EURO L’ORA? – Si va a Bologna a parlare di Coopservice, società delle cooperative, con i lavoratori che con uno spostamento nella nuova azienda si sono trovati a perdere anche metà dello stipendio partendo da un livello F di poco più di 700 euro al mese lordi. E nonostante l’interesse dell’Università, l’applicazione di un superminimo ed un aumento dello stipendio, si arriva comunque ad un taglio rispetto al passato di circa 200 euro mensili. Dopo la pubblicità vengono intervistati i lavoratori delle campagne intorno Roma scoprendo che anche gli italiani fanno i braccianti, con gente che prende meno di sette euro l’ora per lavorare. Altre persone prendono 5,50 euro l’ora. Si analizza anche il fenomeno del caporalato con la raccolta quotidiana alle prime ore del mattino per lavorare ai cantieri al prezzo di 40 euro per otto ore. E tra i questuanti ci sono anche gli italiani. Nello specifico un carrozziere che con il terremoto dell’Aquila ha perso tutto mentre un altro dice che per una giornata di lavoro porta a casa 50.000 euro. Si torna in studio con Mariano Rabino, europeista convinto e deputato di Scelta Civica. Walter Passerini chiamato a commentare quanto emerso fino a questo momento dice che al momento ci sono 40 forme contrattuali, troppe, e bisogna scendere a sei e già sono troppe. Stanno aumentando le truffe sul lavoro perché ci sono imprenditori fasulli che marciano sulle speranze degli altri come nel caso di pubblicitari, contratti di franchising e lavoro nero. La persona può essere sostenuta cercando il lavoro e aiutandolo con il denaro e la strada dev’essere quella dettata dalla Germania, salario minimo per professione. Al momento in Italia solo 10 milioni di persone hanno un contratto nazionale mentre in Germania si pensa di dare almeno 8,5 euro l’ora. E parlando di Europa, l’Italia ha perso 25 miliardi di finanziamenti ed ora ci sono 60 miliardi e questi soldi andrebbero destinati al lavoro. Alfonso Bonafede, parlando delle coperture del reddito di cittadinanza, spiega che i 600 euro verranno tirati fuori dallo Stato che provvederà a migliorare i centri per l’impiego. Bonafede poi attacca Poletti dicendo che lui in passato ha presentato un’interrogazione sul lavoro sottopagato in Puglia. Poi si scopre che Coopservice paga i suoi dipendenti tre euro l’ora ed essendo quest’azione di una società delle Coop, le Cooperative presiedute dal ministro del Lavoro attaccato da Paragone che dice che lui non ha voluto andare in trasmissione perché non si tratta in un salotto in cui può parlare di ciò che vuole. Alessia Rotta rivendica la legge delega del Partito Democratico sul tema del salario minimo ma la parola passa a Mariano Rabino che regala una maglietta di Scelta Europea a Paragone sperando che lui voglia votare per loro alle europee, ottenendo come risposta un «non ci riuscirà». Parlando di politica, per Rabino c’è bisogno di modernizzare il mercato del lavoro ma serve solo alzare lo sguardo ed essere meno provinciale. La Germania negli anni ’90 ha fatto riforme epocali che l’hanno trasformata nella locomotiva d’Europa. L’Italia ha leggi e sensibilità da esportare ma sul versante economico l’Italia deve pensare europeo. Gianni Cervone di Sea, società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, che racconta la storia di Sea Handling parlando dei dividendi che hanno portato la Commissione Europea ad infliggere una multa di 360 milioni di euro proprio per i dividendi forniti a comuni e politici mentre i nuovi dipendenti, 1.700 su 2.300, verranno inseriti in una nuova società con un taglio dello stipendio dal 10 al 20 per cento con la perdita dei diritti acquisiti. Passerini ricorda che si tratta di un problema politico nato anche da chi ha voluto Malpensa e che ha creato questa situazione in cui ricadono i dipendenti di Sea Handling.

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LA GABBIA, OPINIONI A CONFRONTO – Dopo un servizio in cui si denuncia la Cisl che non paga i suoi dipendenti con il segretario Bonanni che non risponde alla domanda sul patrimonio immobiliare del sindacato, Alessia Rotta dice che il governo Renzi ha dimezzato l’acquisto degli F35 (ma si era parlato di 150 milioni di euro di revisione, pari ad un aereo) e 3,5 miliardi di euro per mettere a posto le scuole (sono 244 milioni, parole di Renzi). Secondo Ferrero la sua Europa non deve essere un regalo alle banche con il fiscal compact, in risposta ad Adinolfi che aveva detto che non si può fare leva sulla spesa pubblica, a differenza di quanto accade in Giappone o negli Stati Uniti. Alfonso Bonafede, in collegamento da Roma, parlerà di reddito di cittadinanza mentre Sandra Amurri, giornalista del Fatto Quotidiano, dice che per quanto riguarda gli F-35, ed a dirlo è stato Roberta Pinotti, servono per difenderci da un attacco terra-aria. Ma bisogna stare attenti all’attacco aria-terra e che non bisogna più prendere in giro gli italiani. Ed ora bisogna aspettare un’analisi del protocollo da parte del Parlamento con il risultato che la verità su questi aerei non si dice. E sul decreto lavoro il Movimento Cinque Stelle ha proposto il voto trasparente con il Pd che poi non ha voluto. Paragone interrompe il battibecco con la Rotta e l’Amurri e chiede a Bonafede conto del reddito di cittadinanza chiedendogli come può risolvere la disoccupazione. E Bonafede dice che il reddito di cittadinanza comporta una rivoluzione culturale perché così gli italiani non sono più schiavi di un reddito. Il lavoro deve tornare ad essere una scelta dei cittadini e per questo la loro proposta, già depositata in Parlamento, si garantiscono 600 euro al mese ai cittadini disoccupati e si sta lavorando ad un’altra proposta ad integrazione di 1.000 euro al mese. E questo meccanismo consente ai lavoratori di avere una prospettiva con un contestuale rafforzamento dei centri per l’impiego. Ed al terzo rifiuto di un’offerta di lavoro si perderà il reddito di cittadinanza.

 

 

 

 

 

 

 

LA GABBIA, PUNTATA DEDICATA AL LAVORO – Gianluigi Paragone presenta la puntata a partire dai dati sulla disoccupazione con il 42,7 per cento relativo ai giovani tra i 15 ed i 24 anni. E si parte con un servizio della Tms di Torino che cede la proprietà alla Mediterraneo Trade d Costantino Rocco che sembra una persona a modo. La sua azienda recupera i macchinari per poi rivenderli e così è stato fatto alla Tms che si è scoperto come loro con la nuova proprietà hanno lavorato in nero con l’assenza di contributi. E dopo lo sciopero vengono licenziati citandoli per danni per un valore di 200.000 euro. Ma Rocco non ha pagato gli stipendi, non ha pagato i contributi, le buste paga non sono state erogate ha licenziato 20 dipendenti ed ha chiesto loro i danni per 200.000 euro. Rocco non si fa trovare al telefono. Si scopre che ha pagato gli stipendi con la carta di credito. Si va alla sede della Mediterraneo Trade, domiciliata presso un’azienda di Roma, la Domiciliazione Clodia, come emerso dalla visura camerale. Ma neanche loro sanno più niente. Peraltro non ha mai pagato i conti. Un altro collaboratore dice che lui non è stato pagato a sua volta ma che a sua volta ammette il lavoro nero parlando di mancanze da parte di Rocco dicendo che è la mancata iscrizione all’Inps è una mancanza ma che allo stesso tempo non è interessato a questioni di morale, anche se si sta parlando della legge italiana. Si entra in studio con la presentazione degli ospiti, Mario Adinolfi, Walter Passerini, Alessia Rotta, Paolo Ferrero. Walter Passerini sostiene che tradurre la disoccupazione in percentuali è sbagliato e bisogna dire che i disoccupati ufficiali sono 3.300.000 e sono quelli ufficiali, mentre il 42,7 sono circa 680.000 lavoratori. Fermandoci ai numeri non capiamo che al momento ci sono sei milioni di persone che soffrono di disagio occupazionale. E lui dice che si fa bene a raccontare delle storie e bisogna andare contro chi è contento della perdita di uno 0,1 per cento. «Ma chi se ne frega», chiude Passerini. Alessia Rotta difende il decreto sul lavoro definendolo come un punto di equilibrio, spiegando che non si possono coltivare polemiche su un contratto a tempo determinato che dà le stesse tutele dell’indeterminato. E da domani partirà Garanzia Giovani, un miliardo e mezzo in due anni per sostenere il lavoro giovanile. Paragone si rivolge a Ferrero definendosi sorpreso che un’esponente di sinistra si dichiari felice del tempo determinato, con Ferrero che dice che si tratta di una porcheria perché la gente ha bisogno di lavorare e di non di affacciarsi. Per questo propone di abrogare la riforma Fornero e di fare un piano per il lavoro con una patrimoniale per i ricchi, per la rinuncia alla Tav ed all’F35. Mario Adinolfi chiamato a commentare la diversità nel centrosinistra dicendo che si capisce la differenza tra cosa si può fare e cosa non si può fare. L’indeterminato non si può fare, con Ferrero che propone di far crescere la spesa pubblica attraverso lavori ed illusioni. E bisogna ragionare su dati di fatto. E lui dice di essere contento perché uno 0,1 per cento vale 33.000 euro in mano. E lui non si accontenta ma Passerini dice di non essere d’accordo perché oggi questi 33.000 euro si trovano ma il mese dopo se ne perdono altrettanti perché manca una cultura dell’impresa. Adinolfi si fa bombardare di fischi perché secondo lui quelli che non studiano e non lavorano aspettano un lavoro dallo Stato.

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LA GABBIA, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a La Gabbia, il programma condotto da Gianluigi Paragone ed in onda su La7 a partire dalle 20.30 si parlerà della riforma della Pubblica amministrazione promessa da Matteo Renzi, delle difficoltà per i cittadini di ottenere finanziamenti, della crescita della disoccupazione e della crisi economica.

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LA GABBIA, GLI OSPITI – Gli ospiti di Gianluigi Paragone saranno Walter Passerini, Alfonso Bonafede del M5S, Mario Adinolfi, Alessia Rotta del Pd, Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, la giornalista Sandra Amurri e il filosofo Diego Fusaro.

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