La favolosa reggia dello Zar Putin

Dietro ai cancelli sormontati da aquile imperiali un’enorme dimora circondata da un parco, con un eliporto e altre amenità. Questa è la casa da sogno di Putin.

IL PENTITO – Oggi un suo ex socio, Sergei Kolesnikov, racconta a BBC della fantastica dimora e le curiosità aumentano. Kolesnikov ha fatto i soldi fornendo agli ospedali russi  apparecchiature e materiali. Roba acquistata con i soldi di una fondazione alla quale gli oligarchi russi furono gentilmente invitati a donare milioni di dollari, che poi finirono a loro insaputa in altri progetti, ma nessuno se n’è mai lamentato.

 

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IL PALAZZO – Sergei Kolesnikov era socio di Vladimir Putin e per lui ha curato per anni la costruzione di quella che oggi appaere come il Palazzo d’Estate del moderno zar russo. Una cosuccia in grado d’umiliare anche l’amico Silvio Berlusconi. Il palazzo sul Mar Nero, nei pressi del villaggio di  Praskoveevka, si è rivelata un’impresa tanto costosa e lussuosa che ora Kolesnikov, prudentemente riparato in Estonia nel frattempo, si dice disgustato e spinto a denunciarne gli eccessi. Dagli esterni agli arredi non si è badato a spese, c’è anche l’immancabile lettone putiniano. Dei moti di coscienza di personaggi del genere c’è sempre da dubitare, ma l’evidenza per la quale ciò che si vede nelle immagini non può essere stato pagato con i soldi degli stipendi guadagnati da Putin, è incontestabile.

Guarda le immagini della reggia di Putin:


 

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LA DENUNCIA – Kolesnikov a novembre aveva anche scritto una lettera aperta  all’allora presidente e ora primo ministro Medvedev, per denunciare l’intera operazione. Il portavoce di Putin si è limitato a smentire ufficialmente ogni interesse di Putin, il palazzo appartiene ufficialmente a una società ora intestata a un imprenditore privo di legami apparenti con Putin, anche se fino a poco fa tra i pochi soci conosciuti c’era un certo Shamalov, che a Putin è molto vicino e che ha lavorato con Kolesnikov esaudendo i desideri di Putin.

LE PROVE – Ma poi è saltato fuori un accordo con il quale il Dipartimento per gli Affari Presidenziali stabiliva la costruzione dell’edificio su terreno statale, nonostante il direttore del dipartimento Vladimir Kozhin avesse negato in precedenza di sapere alcunché della costruzione. A confermare indirettamente il coinvolgimento di Putin c’è poi la presenza sul posto di guardie del Cremlino, per le quali sono previsti anche alloggiamenti all’interno del complesso. Difficile credere che il progetto riguardi un anonimo e ricco imprenditore privato.

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