La classifica degli ospedali migliori e peggiori

Eccola qui, la classifica degli ospedali migliori e peggiori. Ovvero, quella dei centri di salute virtuosi secondo l’indagine del ministero della Salute:

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Nel grafico riportato su dati del programma di valutazione del Corriere della Sera si spiega come funziona oggi la sanità italiana, quali sono i centri di eccellenza e quali invece i posti dove è meglio non farsi curare:

Spulciare il «Rapporto sulla valutazione degli esiti», reso accessibile a certe categorie di professionisti dal ministero della Salute che lo ha finanziato, significa anche poter contare le mille pecche di una sanità fatta di eccellenze e disastri. L’epidemiologo Carlo Perucci che ha curato l’opera presso l’Agenzia per i servizi sanitari Agenas diretta da Fulvio Moirano raccomanda di non parlare «di classifiche, graduatorie e giudizi. E’ uno strumento di valutazione a supporto di programmi clinici e organizzativi per il miglioramento, l’efficacia e l’equità del servizio sanitario ».

L’ultima versione pubblicata su internet riguarda il 2010. Analizzate le schede di dimissione dei malati di 1.475 aziende:

Le prestazioni sanitarie prese come indicatori sono 46. Artroscopia del ginocchio, chirurgia oncologica del polmone, tagli cesarei, sostituzione di valvole e bypass. Si scopre ad esempio che per quanto riguarda l’angioplastica entro 48 ore dall’infarto la situazione è drammaticamente variabile. A Ravenna, Firenze- Careggi, Avellino-Moscati (tre citazioni tra tante realtà virtuose) un paziente ha buone probabilità di essere operato nei tempi. Ad Aversa, Macerata o Catania serve fortuna perché solo dai 2 ai 5 su 100 non subiscono ritardi. Se proprio ci si deve fratturare il femore èmeglio scivolare a Varese, dove quasi sempre entro due giorni entri in camera operatoria, che a Frosinone dove l’attesa nel 95% dei casi è più lunga. Ricoveri impropri per durata? All’Humanitas per una colicistectomia laparoscopica il ricovero inferiore a 4 giorni è la normalità, in molti centri del Sud un’eccezione. Moirano è sicuro che il sistema degli esiti online porterà un miglioramento: «I direttori generali che producono dati negativi dovranno per forza tentare il recupero. E anche per i medici sarà uno stimolo». In Usa e in Gran Bretagna la pubblicazione delle performance è una realtà consolidata. In Italia il prossimo passo sarà quello di valutare anche l’attività dei chirurghi.

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