La casa al mare, quei 100mila euro e quella strana fiction: Masi non risponde e querela

Seconda puntata dela saga sul nido d’amore ad Anacapri impegnato ma mai acquistato dal Dg Rai, che minaccia improcedibili azioni giudiziarie contro il Fatto Quotidiano.

Continua la saga della villa ad Anacapri di Mauro Masi, direttore generale della Rai, raccontata ieri dal Fatto Quotidiano che ne ha avuto informazione e notizia. La vicenda è ormai nota: Masi conclude un preliminare di vendita per un villone vista mare da regalare alla sua ex-compagna, Susanna Smit, come regalo di nozze. Poi l’amore finisce – non che fosse molto in salute anche prima, pare, viste le volanti sotto casa di Masi dopo un litigio fra i due – e non se ne fa più niente. Il preliminare di vendita salta, e Masi lascia al venditore, come da stipula, la metà della caparra, ovvero 100mila euro.

IL PRELIMINARE EVASO – Il punto davvero strano è che nello stesso momento in cui il contratto si conclude, al venditore, Umberto Marrone, figlio di un noto e pluripremiato sceneggiatore cinematografico, viene garantita la messa in produzione di una fiction sul padre. Come si spiega? Il Fatto lo chiede a Masi, che si arrabbia parecchio e minaccia querela per stalking, ovvero per molestia reiterata. Nervoso, l’uomo: forse perchè è stata tirata in mezzo la cricca dei grandi appalti? E’ sicuro infatti che il Dg Rai si rivolse ad Angelo Balducci per sottoporgli una perizia tecnica di ristrutturazione della casa, e per fargli assumere il poi non più cognato al Salaria Sport Village. Sul Fatto di oggi è Susanna Smit, l’ex di Masi, a raccontare qualche dettaglio in più della storia. Ovvero, a non raccontarlo, perchè di ciò che dice si capisce poco.

Entro il 25 febbraio 2011 Mattone doveva darle indietro 100 mila euro. Lo ha fatto? Nessuno mi ha contattato. Erano soldi di Masi. Tra me e Mauro c’era un accordo privato prematrimoniale. Quella era la prima casa da marito e moglie

L’atto preliminare di vendita depositato dal notaio che Masi indica al Fatto racconta una storia un po’ diversa, però: i soldi dovevano andare alla Smit. Solo che li prende Masi, forse in funzione dell’accordo prematrimoniale fra i due, che magari aveva previsto l’eventualità che i due si lasciassero, per ristornare i soldi a Masi.

16:52 Lillo a Masi “Sono stato dal notaio Ragnisco e nell’atto del 16 dicembre 2010 c’è scritto: Mattone trattiene 200 mila euro a titolo di caparra penitenziale e U. Mattone si impegna a restituire a S. Smit 100 mila euro alla stipula del preliminare con altro compratore

Da capire, dunque, chi è in lizza oggi per l’acquisto della casa.

MOLTI SOLDI – Ma c’è qualcosa in più. Susanna Smit dice a metà e poi si rimangia, ma qualcosa dice. Per esempio che al momento dell’ispezione tecnica Masi si era accordato con Balducci, sua vecchia conoscenza visto che entrambi erano stati cariche di vertice alla Presidenza del Consiglio, per un compenso anticipato di 1 milione di euro. Soldi mai partiti: secondo la Smit, perchè non c’erano. O c’erano? L’attrice prima afferma che il suo ex ha molte disponibilità finanziarie, ma che quei soldi in particolare non erano mai esistiti.

Dove li prendeva Masi i milioni di euro necessari per comprare e ristrutturare?
Io pensavo di lasciarla così. Comunque, appena si è visto che la ristrutturazione era grande, non l’ha presa. Forse i soldi Mauro li avrebbe chiesti a quelli del Fatto , (ride, ndr). Un dirigente che guadagna così tanto può permettersi una rata di mutuo elevata.

Ma doveva anticipare subito un milione di euro più la ristrutturazione .

E infatti i soldi non c’erano. È stata solo una presa per il culo per me.

Che vuol dire che i soldi non c’erano?
Lo sta dicendo lei.

No, lo ha detto lei.
Mauro ha lavorato alla Banca d’Italia, alla Siae, alla Presidenza del Consiglio, e quindi si poteva permettere una casa così. Io comunque non so nulla dei nomi che mi ha fatto prima (Anemone, ndr). Li ho letti sui giornali e mi hanno creato solo problemi

Non tutto è chiaro, come si vede. E le parole della Smit sono pericolose per Masi. Sono sufficientemente generiche da non costituire un pericolo immediato, ma se si andasse a scavare a fondo, si potrebbe trovare prova del fatto che Masi si è accordato esternamente per un milione di euro con Balducci&Anemone, quelli della cricca edilizia; ma che poi, al momento della consegna, nulla avrebbe pagato. Perchè questo favore? Una vicenda tutta da chiarire.

MASI SI INFURIA – Ma forse la Smit, come dice, semplicemente ricorda male. Perchè “ha uno strano rapporto con i soldi”. Masi, d’altronde, ha qualcosa d’altro e di diverso da dire. Principalmente a voce alta: quella con la quale accoglie i cronisti del Fatto che lo cercano per fare “il loro lavoro”, come si dice, ovvero per offrire puntuale replica alle notizie pubblicate. Appena riconosce la testata, e appena gli vengono presentate le domande, subito minaccia la querela, che poi puntualmente arriva.

Perché ha contattato l’uomo di Anemone, Stallocca,tramite Balducci?

Chiedevo un tecnico che venisse a fare una verifica della casa. Una cosa normalissima. Come ho preso lui ne ho presi altri due. Ho visto che non andava bene e ho pagato la caparra opzionale e ci ho rimesso. Qualunque parola in più lei scrive, io la querelo. Lei come ha questo telefono? Appena scendo qui sotto passo ai carabinieri e la denuncio. Come fa lei ad avere il mio numero privato eh?

(…)

Scusi solo un’ultima domanda direttore, i milioni di euro dove li prendeva?

Sono fatti miei. Sono i miei risparmi, non si permetta di fare nessuna insinuazione, io non aspetto altro che denunciarla. Buongiorno. Click

Il colloquio continua via sms.
STALKING! – Marco Lillo dal Fatto chiede conto un po’ di tutto: della caparra penitenziale incassata dalla Smit e girata a Masi, anche se la Smit non se lo ricorda. Della fiction in cantiere sul padre del venditore della casa che Masi comprava, e sul patente conflitto di interessi in una vicenda privata di grande banalità: perchè mai offrire addirittura una fiction Rai per il pagamento di una penale assolutamente dovuta da contratto? Quale la ragione di questo sforzo ulteriore? Non era più semplice pretendere il dovuto?

Io? Io faccio solo il mio lavoro. Le volevo chiedere se avevaavuto un ruolo nell’inserimento della fiction basata sulla storia del venditore della sua casa, U. Mattone, fiction varata dalla Rai nello stesso periodo in cui si accordava con Susanna Smit per restituirle 100 mila euro di caparra penitenziale. Soldi suoi. Le volevo chiedere: 1) ha incassato i 100 mila?; 2) non le pare un conflitto di interessi incassare soldi e trattare con Mattone mentre la Rai inserisce nel piano di produzionela fiction basata su biografia e soggetto del suo promittente venditore?”.

16:32 Masi a Lillo: “Io su questa questione ho ceduto ai venditori 100 mila euro. Come da contratto. X il resto ho già girato i suoi sms ai miei avvocati. Ci vedremo in tribunale al più presto e non sarà solo X l’ovvia diffamazione continuata e aggravata.Buona domenica

Diffamazione continuata e aggravata, che si trasforma in stalking per gli avvocati di Masi. Il cronista faceva solo il suo lavoro, sottoponendo il fatto ed offrendo replica, e Masi denuncia. Denuncia e non risponde: li ha presi o no, i 100mila dall’ex-compagna? E questa storia della fiction, come si spiega?

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