La cameriera che castra il datore di lavoro

27/09/2011 di Dario Ferri

La donna accusa: “L’ho fatto per vendetta. Sono stata violentata”

“L’ho fatto per vendicarmi di tutto quello che ha fatto a me”. E’ con questa frase che una cameriera di 26 anni, originaria del Bangladesh, al lavoro però a Dubai, si è giustificata dopo aver reciso il pene del suo 77enne datore di lavoro, un gesto che le è costato la condanna ad un anno di carcere.

LA CONFESSIONE – La donna, ascoltata dai giudici, ha affermato di essere stata violentata più volte dall’uomo che ha poi deciso di punire con una piccola arma da taglio. “Sono colpevole, ma sono stata spinta a fare quello che ho fatto perché lui spesso mi ha costretto a fare sesso con lui e a dargli diversi piaceri sessuali”, ha raccontato la cameriera in lacrime in tribunale. La donna ha sottolineato di essere stata impossibilitata a chiedere aiuto a causa della sua scarsa conoscenza della lingua del paese in cui si era trasferita e delle persone intorno a lei. “Voglio tornare dalla mia famiglia, vostro onore”, ha chiesto piangendo ai giudici la cameriera.

TAGLIO AL PENE – Il datore di lavoro – stando al suo racconto – avrebbe abusato di lei dopo averla minacciata di sbatterla fuori di casa qualora non avesse obbedito alle sue richieste. Durante l’ultimo rapporto sessuale la donna avrebbe notato una lama per rasoio appoggiata su un mobile accanto al letto. alla prima distrazione dell’uomo l’avrebbe poi afferrata per tagliare repentinamente il pene. Svegliato dalle grida, il figlio 19enne dell’uomo sarebbe subito corso in camera, scoprendo il padre in un lago di sangue. Avvertita la polizia l’uomo è stato prontamente accompagnato al Rashid Hospital. E l’organo riattaccato. “Ha subito un’invalidità permamente”, hanno fatto sapere i medici che sono intervenuti sull’anziano signore. “E’ difficile stabilire se la corretta funzionalità dell’organo sarà ripristinata”.

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