Kratom, la nuova droga della Thailandia

C’è chi parla di un’epidemia e chi considera che toglie mercato a sostanze peggiori.

L’EPIDEMIA – Secondo Srisompob Jitpiromsri, che insegna alla Prince of Songkla University dice che è un’epidemia e che sta dilagando ovunque. Il kratom è un albero locale della stessa famiglia di quello del caffè, presente in abbondanza nelle foreste tropicali. Le sue foglie un tempo erano masticate dai contadini come accade in Sudamerica con quelle di coca, poi il costume è caduto in disuso fino a quando qualcuno non ha tirato fuori un intruglio composto dalla bollitura delle foglie, sciroppo per la tosse, Coca Cola e ghiaccio, che è diventato in cocktail psicoattivo di grande successo.

 

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UNA DROGA INTELLIGENTE – Che ha innumerevoli “vantaggi”, non essendo alcolico e quindi tollerabile dai musulmani e non apparendo strano neppure agli anziani, per i quali il consumo del kratom era il semplice sollievo per i lavoratori nelle foreste. L’effetto del cocktail peraltro è molto diverso da quello delle foglie, visto che l’apporto dello sciroppo per la tosse induce torpore nei consumatori, per lo più poveri delle province più povere del Sud a maggioranza musulmana, dove permane una ribellione armata che da anni impegna il governo.

LE FORESTE IN PERICOLO – Il fenomeno pone problemi non facili alle autorità, ma ancora di più ai conservazionisti, che devono affrontare un’orda di giovani che percorre le riserve in cerca di kraton, tanto che il governo che pensato d’abbattere gli alberi. Stranamente o forse no, a regolamentare la vendita dello sciroppo per la tosse non ci ha ancora pensato nessuno, nonostante non sia altro che un calmante per la tosse e nemmeno curativo.

 

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