Arriva il Jobs Act delle partite IVA

La novità ha la forma di  un disegno di legge in 13 articoli che il governo presenterà come collegato alla legge di Stabilità ed è stata enfaticamente definita il Jobs Act delle partite IVA.

Foto: PETRAS MALUKAS/AFP/Getty Images
Foto: PETRAS MALUKAS/AFP/Getty Images

 

COME SI È ARRIVATI AL DECRETO PER LE PARTITE IVA –

Il testo del decreto è stato predisposto da un giurista bocconiano, il professor Maurizio Del Conte facendo propri i testi che già esistevano in materia in Parlamento e ha consultato più volte le associazioni delle partite Iva. Come spiega questa mattina il Corriere, il ddl comincia definendo l’ambito di applicazione che riguarda «tutti i rapporti di lavoro autonomo» con l’esclusione «dei piccoli imprenditori artigiani e commercianti iscritti alla Camera di Commercio». Gli articoli 2 e 3 riguardano la tutela contro i ritardi di pagamento dei compensi ed estendono ai freelance la normative/sanzioni previste dalle norme sulla subfornitura. Vengono così vietate le clausole che in un contratto «realizzino un eccessivo squilibrio in favore del committente».

LEGGI ANCHE: Legge di stabilità, scintille fra Matteo Renzi e Bruxelles

LE NOVITÀ PER LE PARTITE IVA –

Dalla facoltà di modificare il contratto o di recedere senza congruo preavviso alla pattuizione di pagamenti oltre i 60 giorni fino al rifiuto di mettere nero su bianco gli elementi-chiave del contratto stesso. L’articolo 4 tutela finalmente la proprietà intellettuale dei free lance. Se l’opera dell’ingegno di un lavoratore dipendente è dell’azienda che lo stipendia uno sviluppatore di software a partita Iva che realizza un algoritmo sarà libero di venderlo a più clienti «salvo il caso in cui l’invenzione sia prevista come oggetto del contratto e a tale scopo retribuita». L’articolo 5 interviene a favorire lo studio e norma la piena deducibilità «entro il limite annuo di 10 mila euro delle spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento nonché le spese di iscrizione a convegni, congressi». Per evitare abusi il legislatore ha deciso di escludere dalla deducibilità ogni tipo di viaggio/soggiorno e di puntare direttamente sui contenuti. L’articolo 6 obbliga i Centri per l’impiego, «in ogni sede aperta al pubblico a dotarsi di uno sportello dedicato al lavoro autonomo per fornire informazioni e supporto. Le spese sostenute dai free lance per servizi di addestramento e sostegno all’auto-imprenditorialità “sono interamente deducibili dal reddito entro il limite annuo di 5 mila euro». L’articolo 7 apre i bandi pubblici italiani e dei fondi strutturali Ue alle partite Iva e non solo — come è ora — alle imprese e ai professionisti iscritti alla Camera di Commercio. In questo modo i free lance possono entrare in un mercato dal quale erano esclusi e che è piuttosto interessante.

NUOVE TUTELE PER LE PARTITE IVA –

Dall’articolo 8 in poi vengono rivisitate le tutele sanitarie. Si comincia dall’indennità di maternità. Oggi una donna per usufruirne deve interrompere l’attività e rinunciare alla commessa a cui sta lavorando, invece il ddl prevede che possa tenerla modulando ovviamente i tempi di consegna. Inoltre in caso di malattia grave i free lance potranno sospendere il versamento degli oneri previdenziali per l’intera durata della malattia e quando riprenderanno a lavorare potranno rateizzare il dovuto nell’arco di un periodo pari a tre volte quello di sospensione. Inoltre i periodi di malattia conseguente a trattamenti terapeutici delle malattie oncologiche sono equiparati alla degenza ospedaliera. Come si può constatare il Jobs act delle partite Iva interviene ad ampio raggio disciplinando tutele economiche, presenza sul mercato e pezzi di welfare e apre di conseguenza una fase nuova. Così come altrettanto innovative sono le norme sul «lavoro agile» che riguarda i dipendenti ma farà parte dello stesso disegno di legge come puro veicolo. In questo caso il legislatore ha preso come riferimento le esperienze di smartworking di molte imprese e le ha «garantite» con disposizioni che tutelano diritti, volontarietà, rischio infortuni e privacy .

Share this article