Jeroen Dijsselbloem, cosa ha detto veramente il presidente dell’Eurogruppo

Jeroen Dijsselbloem è l’uomo del giorno in Italia. Il presidente dell’Eurogruppo è l’oggetto dell’indignazione collettiva a causa di un passaggio in un’intervista concessa al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, che recita.

 Durante l’eurocrisi i Paesi del Nord Europa hanno mostrato la loro solidarietà con quelli in crisi. Sono un socialdemocratico, e ritengo la solidarietà particolarmente importante. Però la solidarietà richiede anche obblighi da rispettare. Io non posso spendere tutto il denaro in alcol e donne e continuar a chiederLe aiuto. Questo principio si applica a livello personale, locale, nazionale, e anche a livello europeo ( In der Euro-Krise haben sich die nördlichen Eurostaaten solidarisch mit den Krisenländern gezeigt. Als Sozialdemokrat halte ich Solidarität für äußerst wichtig. Aber wer sie einfordert, hat auch Pflichten. Ich kann nicht mein ganzes Geld für Schnaps und Frauen ausgeben und anschließend Sie um Ihre Unterstützung bitten. Dieses Prinzip gilt auf persönlicher, lokaler, nationaler und eben auch auf europäischer Ebene

Il concetto espresso da Jeroen Dijsselbloem è tanto condivisibile quanto banale. Sulla stampa tedesca infatti non ha generato alcun commento o reazione particolare. La solidarietà è un valore fondamentale, ma non si può abusarne, pena la rottura del rapporto di fiducia alla base di qualsiasi accordo, incluso quello che lega i Paesi dell’Eurozona. Si può contestare la frase un po’ ruvida e certo politicamente poco saggia sui soldi gettati per le donne e l’alcol, ma Jeroen Dijsselbloem non ha mai espresso un simile giudizio verso i governi dell’Europa del Sud. Si rivolgeva al giornalista che l’intervistava. FAZ è una testata tedesca particolarmente critica con l’eccessiva generosità della Germania e dell’Europa del Nord nei confronti del Sud in crisi, e probabilmente il ministro olandese ha voluto mandare un messaggio tranquillizzante anche per un’opinione pubblica, conservatrice, sempre più ostile a politiche fiscali poco rigorose e politiche monetarie penalizzanti per le economie più solide. Chiedere le dimissioni per una simile frase ha davvero poco senso, specie se si considera che Jeroen Dijsselbloem lascerà l’incarico di presidente dell’Eurogruppo quando sarà nominato un nuovo ministro delle Finanze olandese. Matteo Renzi si è unito al coro che chiede le dimissioni di Dijsselbloem con questo post su Facebook. L’ex presidente del Consiglio e probabile segretario del PD però attribuisce battute stupide al ministro olandese. Che però non esistono, basta leggere senza pregiudizi e senza cercare facili like.

Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee. Se vuole offendere l’Italia lo faccia al Bar Sport sotto casa sua, non nel suo ruolo istituzionale. E penso anche che la nostra proposta di fare primarie per i ruoli di responsabilità in Europa sia fondamentale e spero sia rilanciata da tutti: Jeroen ha visto il suo partito passare alle ultime elezioni dalle 25% al 5%. Il che la dice lunga sul fatto che è giusto combattere i populisti ma bisogna farlo senza smettere di essere popolari. Altrimenti si diventa ingranaggi della tecnocrazia. Ci sono leader in Europa che faticano a prendere il voto dei parenti stretti: è l’ora di avere più democrazia, ovunque. Nella settimana dei trattati di Roma lavoriamo tutti per una Europa della democrazia e non della burocrazia.

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Le dichiarazioni di Renzi hanno aperto una lunga teoria di leader e politici italiani che chiedono le dimissioni del ministro delle Finanze olandesi. Il Movimento 5 Stelle ha richiesto l’addio del presidente dell’Eurogruppo, come Giorgia Meloni e tanti altri ancora. Il caso  generato dalle dichiarazioni di Jeroen Dijsselbloem è arrivato in Italia dopo che è scoppiato in Spagna. Ed è abbastanza evidente il motivo: il ministro dell’Economia del Governo Rajoy, Luis De Guindos, vuole prendere il posto del collega olandese come presidente dell’Eurogruppo. Dijsselbloem l’aveva battuto nella primavera del 2015 in un’elezione a due per la guida del coordinamento dei ministri delle Finanze dell’unione monetaria. Ora De Guindos si è scatenato contro Dijsselbloem per prenderne il posto, creando il caso mediatico con i suoi ripetuti attacchi sui media iberici. In Spagna però le dichiarazioni del ministro delle Finanze olandesi avrebbero almeno una ragione per esser equivocate, visto che Madrid ha ricevuto i crediti europei a cui allude Dijsselbloem. L’Italia invece no, e di conseguenza una polemica così strumentale ed eccessiva ha ancora meno senso.

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