Italicum, prove tecniche di incostituzionalità

Italicum, la legge elettorale che Matteo Renzi vuole approvare assolutamente entro dicembre ha dei problemi, e grossi: potrebbe essere incostituzionale. I timori sono stati palesati da alcuni giuristi esperti di diritto costituzionale, di piena fama, ascoltati ieri in Commissione Affari Costituzionali: il problema principale sembra essere la mancanza di un valido sistema elettorale per il Senato, nell’ipotesi che la riforma costituzionale gli che toglie il rapporto di fiducia con il governo non venga approvata in tempo.

ITALICUM, FERMATE LA MACCHINA – “Serve una norma per il Senato, altrimenti, meglio rinviare a dopo che è stata approvata la riforma costituzionale”, hanno detto, riporta Repubblica, i giuristi ascoltati ieri in Commissione (Gaetano Silvestri e Giuseppe Tesauro, uno ex presidente della Consulta, l’altro giudice costituzionale). Il timore è: approvato l’Italicum a marce forzate – “entro dicembre”, vuole il premier – se poi le Camere collassassero senza la riforma Costituzionale del Senato, come si voterebbe per Palazzo Madama? “La soluzione potrebbe stare nell’adozione del’Italicum anche per il Senato, con lo scorporo dei seggi su base regionale” nel rispetto delle indicazioni della Corte Costituzionale; ma l’ipotesi sembra “convincere poco Anna Finocchiaro, relatrice della riforma, più orientata, nel caso, a far votare “il Senato con il Consultellum”. A leggerlo sembra un bel pasticcio, nei fatti potrebbe essere peggio: “Se Camera e Senato restassero come sono e il governo continuasse ad avere bisogno della fiducia di entrambe, è chiaro che il premio di maggioranza alla Camera non avrebbe senso, perché non garantirebbe in alcun modo un governo certo e stabile. Sarebbe irragionevole e dunque incostituzionale”, dice Massimo Luciani, costituzionalista della Sapienza.

CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA O CONSULTELLUM – La soluzione potrebbe essere una norma “complicata ma possibile”, una clausola di salvaguardia che condizionerebbe l’entrata in vigore dell’Italicum all’approvazione della riforma Costituzionale; d’altronde, dice Luciani, anche nel caso in cui si andasse a votare con il Consultellum, “difficilmente la norma uscita dalla Consulta sarebbe auto-applicativa e difficilmente si potrebbe votare con quelle regole senza una legge-ponte che risolva tutte le difficoltà operative”. Ovvero, dice l’esperto, in ogni caso il Parlamento deve provvedere affinché la legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale possa essere pienamente applicata nel nostro ordinamento, e per questo serve una norma-ponte. Una norma che determini il regime transitorio nel caso di entrata in vigore dell’Italicum senza riforma elettorale e quindi il regime di applicazione della legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale, il cosiddetto Consultellum. Dalle parti di Matteo Renzi si registra nervosismo: “Si approva tutto entro dicembre”, ripete il capo del governo. Ma l’idea di finire a gennaio prende sempre più piede.

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