Italicum, cosa è e come funziona

L’Italicum, la legge elettorale, è stata approvata ieri alla Camera dei Deputati: il governo guidato da Matteo Renzi si rivendica il risultato dell’approvazione della normativa che supera il Porcellum, anche se ancora manca, per la completezza, l’approvazione della riforma Costituzionale con la modifica del ruolo legislativo del Senato della Repubblica.

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ITALICUM, LA VIDEOSCHEDA – Il Corriere spiega il funzionamento dell’Italicum con questa videoscheda

 

ITALICUM,COME FUNZIONA

Anche la Stampa spiega nel dettaglio cosa prevede l’Italicum.

Il territorio nazionale viene diviso in venti circoscrizioni elettorali, a loro volta ripartite in cento collegi plurinominali complessivi. Ogni collegio si vedrà attribuito un numero di seggi che va da tre a nove.  A disegnare i collegi ci penserà un decreto legislativo del governo entro 90 giorni.

I collegi, spiega il quotidiano torinese, saranno rappresentativi di un numero di elettori fra i 300mila e i 600 mila abitanti, “più o meno una media provincia italiana”, un numero di votanti “compatibile con il dato attuale di astensionismo”, spiega il costituzionalista Francesco Clementi. Ma per capire concretamente quale sarà l’assetto dei collegi della nuova legge elettorale bisognerà aspettare il decreto del governo, e fare molta attenzione alla suddivisione dei collegi.

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ITALICUM, LA SOGLIA DI SBARRAMENTO E I CAPILISTA BLOCCATI

La soglia di sbarramento è fissata al 3%: è più bassa dell’attuale Porcellum e dovrebbe garantire un “ampio diritto di tribuna”, tutti i partiti oggi nel Parlamento riuscirebbero a rientrare nelle Camere; con l’Italicum, “le liste non possono collegarsi in coalizione né apparentarsi al ballottaggio”. Non manca qualche critica: secondo la politologa Sofia Ventura, una soglia di sbarramento così bassa favorirebbe “l’ulteriore frammentazione” delle forze politiche e darebbe un incentivo “a scindersi ulteriormente”; le opposizioni in un parlamento così frammentato sarebbero prive di qualsiasi potere di condizionamento – “o di fare danni”, dicono i promotori della legge.

Per quanto riguarda i capilista bloccati: “La lista vincente – spiega la Stampa, “eleggerà i cento capilista bloccati, ma pure 240 candidati eletti con le preferenze”, mentre le liste minori, realisticamente, solo i capilista bloccati. Il tutto rispettando la “celebre” norma pro-quota rosa: massimo il 60% dei capilista dello stesso sesso nella stessa circoscrizione. Non solo, con la possibilità per i capilista di candidarsi in massimo dieci collegi sull’intero territorio nazionale, il candidato, “decidendo i nove collegi in cui desiste, di fatto decide quali nove candidati debbono entrare”.

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L’ELEZIONE DEL SENATO

Il ballottaggio è imposto dalla legge per le prime due liste che non hanno raggiunto il 40% dei voti, e serve ad attribuire il premio di maggioranza del 54% dei seggi alla Camera dei Deputati: secondo i sondaggi attuali, finirebbero al ballottaggio il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle; “le liste perdenti che hanno superato il 3% si divideranno proporzionalmente 277 seggi”, continua la Stampa: il doppio turno, potrebbe aumentare il rischio di astensione – sopratutto con il divieto di apparentamento, gli elettori delle liste minori potrebbero non essere invogliati a votare al secondo turno. Resta però il nodo della “clausola di salvaguardia”: l’Italicum entra in vigore a partire dal primo luglio 2016, per dare tempo al Parlamento di approvare la riforma Costituzionale che toglie il ruolo legislativo e l’elezione diretta dal Senato: se si dovesse votare prima di quella data, si eleggerà il Parlamento con la legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale; e se il Governo non riuscirà a far passare la riforma costituzionale prima della data di salvaguardia, si voterà per la Camera con l’Italicum e al Senato con il proporzionale della Consulta.

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