Gli under 40 fuggono dall’Italia. E fanno bene

05/01/2016 di Redazione

Ci sono 90.000 italiani che hanno scelto di andare a vivere all’estero: di questi, 45.000 hanno meno di quarant’anni. Un dato in crescita vertiginosa, che può essere sintetizzato in breve: tra gli italiani della fascia 18-39 anni, 3 su 1000 decidono di stabilirsi all’estero. E, visto quello che il loro paese riserva loro facciamo fatica a dargli torto.

FARE ESPERIENZA ALL’ESTERO

Questo raccontano i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza ripresi oggi da Il Sole 24 Ore in un articolo a firma Giovanna Mancini: il numero degli under 40 all’estero è cresciuto di oltre 30 punti percentuali tra il 2012 e il 2014 e si tratta di cifre che fotografano, ancora una volta, le differenze tra il Nord e il Sud del nostro paese. Perché, almeno per quanto riguarda il Nord, la scelta di andare a vivere all’estero non è dettata solo dalla mancanza di lavoro. Spiega  Giovanna Mancini che cita Renato Mattioni, segretario generale della Camera di Commercio della provincia monzese e brianzola:

Lo dimostra il fato che le città da cui nel 2014 si è partiti di più sono Milano (con quasi 3.300 cambi di residenza di giovani tra i 18 e i 39 anni), Roma (quasi 3mila trasferimenti) e Torino (1.650). «Rispetto al passato, si tratta di una emigrazione più limitata nel tempo e di qualità – precisa Mattioni – almeno per quanto riguarda le partenze dalle metropoli del Nord».

Chi è questo esercito di giovani che si trasferisce all’estero? Secondo i dati raccolti da Mattioni si tratta di giovani «della media borghesia settentrionale» che vengono inviati in un paese estero per studiare o acquisire conoscenze: insomma, per farsi un po’ di esperienza da “portare a casa” e impiegare poi in madrepatria, magari nell’attività di famiglia.

FORMAZIONE ALL’ESTERO

La grandi città del nord Italia sembrano comunque essere una tappa intermedia anche per gli under 40 del Sud che vanno a vivere all’estero. Continua Mancini:

Diversa è la questione per quanto riguarda l’emigrazione dalle città del sud (in testa Palermo, con 1.430 trasferimenti nel 2014, e Napoli, con quasi 1.900 partenze), dove il trasferimento all’estero, spiega ancora Mattioni, è in genere un passaggio successivo, che segue un primo spostamento nelle città del Nord Italia. «Nonostante i numeri siano in aumento rispetto a due anni fa – precisa il segretario della Cdc – questo non va attribuito alla crisi, che mordeva di più due anni fa, ma piuttosto al cambiato contesto professionale, che ormai è globale, soprattutto per quanto riguarda il sistema delle imprese». Un’esperienza di qualche anno all’estero negli anni della formazione universitaria e lavorativa, insomma, è ormai naturale e più che mai incoraggiato, almeno nelle città del Nord.

(Photocredit copertina: ANSA/TELENEWS)

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